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POLITICA

Roma

L'appello di Zingaretti: "Il Pd sia unito per combattere la destra di Salvini"

 "C'è il rischio di una egemonia illiberale" dice il segretario alla Direzione del partito. Apre ai delusi dei 5 stelle e alla "sinistra dispersa". Sul caso Csm chiede una nuova legge elettorale "che limiti il peso delle correnti"

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Si è aperta con un saluto ad Andrea Camilleri la Direzione del Partito Democratico. Il presidente dell'Assemblea, Paolo Gentiloni, ha rivolto auguri di incoraggiamento allo scrittore siciliano, ricoverato da ieri al Santo Spirito di Roma in seguito a un attacco cardiaco. E' stato poi il segretario Nicola Zingaretti ad aprire i lavori. Subito l'invito all'unità. 

Zingaretti: "Il Pd sia unito, non sprechiamo i segnali di ripresa"
Nel Pd bisogna ricostruire "un clima di fiducia", serve uno "spirito unitario" e bisogna evitare la tentazione di una "forte contrapposizione interna" ha esordito Zingaretti. In Italia c'è "un pericolo", quello rappresentato dalla destra populista e sovranista e "anche per questo sento la responsabilità di proporre un intervento per ricostruire tra noi un clima di fiducia, per lavorare pur nelle differenze, nelle articolazioni, ma con uno spirito unitario". Zingaretti ha ricordato che in questi mesi sono stati raggiunti "risultati grazie al lavoro unitario, nostro obiettivo è non affossare i segnali di ripresa". Bisogna scongiurare "il rischio dell'astrattezza, della competitività, della forte contrapposizione tutta all'interno".

"Rischio egemonia illiberale"
"Penso che anche le cose che decideremo oggi ci permetteranno di affrontare i problemi della nostra iniziativa. Siamo di fronte a una nostra tenuta, a una risalita lenta e difficile- ha aggiunto il segretario-. "Difficile perché gli orientamenti degli italiani spingono ancora nelle vele della destra di Salvini. Forse siamo di fronte a una possibile e duratura egemonia di un blocco di forze illiberali. Anche per questo sento la responsabilità di proporre una relazione con l'obiettivo di ricostruire tra noi un clima di fiducia, dentro uno spirito unitario che ci permetta di combattere le nostre battaglie".

"Patto scellerato Lega-M5s non c'è più, Salvini dominus"
Le ultime elezioni hanno certificato che "il governo fondato su un patto scellerato Lega-M5s non c'è più, ne dobbiamo prendere atto" ha detto ancora Zingaretti. "Non so quanto durerà, ma emerge ormai un elemento nuovo e inoppugnabile: il dominus del campo a noi avverso ormai è Salvini".

"Serve una nuova legge elettorale per il Csm"
Bisogna riformare il sistema elettorale del Csm, ha detto ancora il segretario Pd. "Io credo nel valore del pluralismo all'interno della magistratura, ma è evidente che c'è un problema da correggere, occorre indicare una strada. Serve una nuova legge elettorale che limiti il peso delle correnti. Superare la logica delle nomine a pacchetto". Ha precisato Zingaretti: "Interventi che si possono fare rapidamente senza ricorrere a modifiche in questa fase storica pericolose e complesse della Costituzione".

"M5s in stato confusionale e di crisi"
Il Movimento 5 stelle è in "crisi" e difficilmente potrà riprendersi, secondo Zingaretti. "M5s è in stato confusionale e di crisi- ha spiegato-, non credo che abbia la forza per invertire la rotta". Per il segretario Pd non ci sono dubbi: "C'è di nuovo un bipolarismo tra la destra e il centrosinistra. Passaggio che pone a noi grandi responsabilità".

"Non so quando si vota ma Pd si faccia trovare pronto"
La data delle elezioni è difficile da prevedere, ma il Pd deve comunque "farsi trovare pronto" ha ammonito il segretario democratico. "Non sappiamo quanto tempo abbiamo prima delle elezioni politiche, ma certo dobbiamo farci trovare pronti".

"Guardare a M5s o a moderati? Il Pd deve parlare a tutti"
Il Pd deve "parlare a tutti", non solo ai delusi dei 5 stelle e alla "sinistra dispersa" o ai "moderati" ha continuato Zingaretti. "Dobbiamo parlare ai delusi 5 stelle, alla sinistra dispersa? No, sarebbe un approccio sbagliato, dobbiamo parlare a tutti". Se sul fronte moderato o su quello dei 5 stelle ci sono forze pronte a impegnarsi contro la destra, è il momento di agire, "Il Pd è pronto".

"Il Pd - ha spiegato - farà la sua parte. Dovrà allargarsi, radicarsi, rinnovarsi ancora di più. Deve guardare all'esterno dei propri recinti". Zingaretti ha auspicato la costruzione di uno schieramento "europeista, nazionale, democratico, di cui il Pd sia la garanzia e la forza principale". Ha continuato: "Sento su di me il peso di avviare questo lavoro, la ricostruzione di un soggetto unitario e plurale", precisando: "Sono per non abbandonare la vocazione maggioritaria del Pd, non nel senso di un'isolamento e di una superiorità, ma come come esigenza di avanzare una proposta all'insieme della comunità nazionale". E ancora: "Se classi dirigenti moderate, liberali, pensano che ci sia uno spazio elettorale da organizzare contro la destra e che trovano insopportabile l'egemonia di Salvini, a loro dico: bene, è il momento di battere un colpo. Se tanti elettori del Movimento 5 stelle che hanno sostenuto alle amministrative liste civiche o della sinistra, decidono di rinnovarsi, di riproporsi, di riorganizzarsi, anche a loro dico: bene, noi siamo qui, disponibili ad aprire un cantiere".

"Il Pd non ha incaricato nessuno di occuparsi del Csm"
Il Pd non ha mai dato a nessuno l'incarico di occuparsi "degli assetti degli uffici giudiziari" ha detto poi. "Credo che in passaggi delicati abbiamo piantato bene i pilastri della nostra posizione. Anche in presenza di nessun indagato del Pd abbiamo comunque ribadito il principio della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Abbiamo respinto ogni processo sommario basato su spezzoni di intercettazioni". "Al tempo stesso - ha aggiunto - abbiamo ribadito per rispondere ai tanti dubbi che arrivano dalla società, che il partito non ha mai dato a nessuno il compito di occuparsi degli assetti degli uffici giudiziari". Ha concluso Zingaretti: "Anche questa considerazione ha portato Luca, che ho ringraziato, a decidere per l'autosospensione. Per preservare la battaglia e la credibilità del partito in un momento così delicato".

Martina: "Pd non può essere parte dei problemi del Paese"
Nel Pd tutti devono fare "un passo avanti" perché i democratici non possono diventare "un pezzo del problema del Paese". Così Maurizio Martina, secondo quanto viene riferito, parlando alla direzione Pd. "Il tema principale - ha spiegato - è come fare tutti un passo in avanti. Torniamo tutti a un lessico, una modalità e una logica di discussione, anche aperta e sincera tra di noi, che abbia però un punto di tenuta. Troppo spesso noi diamo la sensazione che noi non abbiamo fiducia di noi è questo italiani lo capiscono". Ha aggiunto Martina: "La crisi di sistema che abbiamo davanti e che il segretario ha evocato, la situazione grave del paese, sono temi che ci riguardano tutti, e noi non possiamo pensare di essere altrove. Dobbiamo essere percepiti come parte della soluzione e non come parte del problema".

Guerini: "Ok unità Pd ma non retorica, Zingaretti apra un confronto"
E' giusto lavorare per l'unità del Pd, ma non con "formule retoriche" e se il segretario aprirà il confronto su ruolo del partito, rilancio della vocazione maggioritaria e alleanze, la minoranza sarà pronta a discutere. Lo ha detto Lorenzo Guerini .Guerini, secondo quanto riferito, ha parlato di "toni sbagliati nei giorni scorsi", criticando "qualche intervista fuori luogo nei tempi, nei modi, nei contenuti". L'ex vice-segretario ha poi detto "sì all'unità, ma praticata non solo con formule retoriche". In particolare, serve un "confronto sull'identità del partito", bisogna "rilanciare la vocazione maggioritaria del Pd", evitando "operazioni a tavolino, in vitro che rischiamo di essere solo esperimenti politicistici".

Sulla segreteria, Guerini avrebbe spiegato: "Non ci interessavano e non ci interessano posti in segreteria. Zingaretti ha fatto una scelta di chiusura in maggioranza, era legittimato a farlo, ne prendiamo atto. A me interessa il metodo politico con cui ci confrontiamo sul ruolo del Pd in questa fase storica, su come interpretiamo la nostra vocazione maggioritaria, su come costruiamo alleanze politiche e nella società. Se su questo il segretario aprirà il confronto noi ci saremo, come minoranza ma con la consapevolezza della nostra responsabilità".

Marcucci: "Difficile chiedere lealtà nel Pd, finora non praticata"
E' complicato chiedere lealtà nel Pd quando in passato "non la si è praticata" ha detto il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci, secondo quanto si apprende. "Sarà difficile nel Pd chiedere lealtà quando prima non la si è, ad esempio alle riforme costituzionali che sono anche oggi tema rilevanti la segreteria che avete deciso. Ci sono tanti bravi amministratori che potevano essere in segreteria. Io in segreteria ci sono come capogruppo di 52 senatori, non come uomo di parte". Marcucci ha aggiunto: "Io sono tra i difensori del progetto politico originario del Pd come casa dei riformisti. È un progetto ancora attuale. Tra le file di Zingaretti è sembrato che qualcuno allentasse il vincolo alla vocazione maggioritaria. Noi abbiamo garantito rispetto assoluto all'esito delle primarie. Fa bene sentire che Zingaretti oggi ribadisca la centralità della vocazione maggioritaria. Nel governo M5s e Lega sono entrambi pericolosi. Non possiamo dire questa va un po' meglio, quello invece è pericoloso. M5s e Lega sono entrambi pericolosi".

Approvato regolamento elezione Conferenza delle donne
La direzione nazionale del Pd ha approvato con un solo astenuto - Ivan Scalfarotto - il regolamento per l'elezione della Conferenza nazionale delle donne del partito e della sua portavoce. E' quanto viene reso noto.

Gentiloni annuncia assemblea Pd il 13 luglio
L'assemblea Pd si terrà il prossimo 13 luglio. Lo ha annunciato il presidente del partito Paolo Gentiloni, parlando in direzione.