17 giugno 2019 - 22:42

Camilleri in ospedale: è grave
L’attesa e la commozione

Il creatore del commissario Montalbano, 93 anni, nel reparto di terapia intensiva
del Santo Spirito di Roma. Ha avuto un arresto cardiaco

di MARGHERITA DE BAC

Camilleri in ospedale: è grave  L'attesa e la commozione Andrea Camilleri nella sua casa romana in uno scatto del 7 febbraio 2013
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Commozione, attesa ed emozione per Andrea Camilleri, ricoverato in condizioni drammatiche al Santo Spirito, l’ospedale più vicino alla sua abitazione romana di via Asiago. È qui che ha avuto un malore, indebolito probabilmente oltre che dall’età (93 anni compiuti lo scorso settembre) dall’operazione per la rottura del femore, avvenuta non più di venti giorni fa dopo una brutta caduta in casa.

E si sa quanto le fratture siano pericolose in vecchiaia. La convalescenza significa immobilità e alto rischio di sviluppare degli emboli, cioè grumi di sangue che raggiungono i polmoni e di conseguenza fermano un cuore già affaticato.

È quel che potrebbe essere successo. L’ambulanza ha trasportato l’amato creatore del commissario Montalbano al Santo Spirito, dove è arrivato in arresto cardiopolmonare. C’è voluto del tempo, decine di minuti, perché il battito ricominciasse. Sembrava non ci fosse più niente da fare: «Abbiamo temuto di perderlo», raccontano i soccorritori che, malgrado la situazione disperata, hanno continuato i tentativi di rianimarlo con defibrillatore, farmaci e respirazione.

I medici si mantengono dietro la consueta formula «prognosi riservata». La ripresa dipende dall’entità dei danni cerebrali che bisogna ancora accertare, dicono. La realtà è più preoccupante dello scarno bollettino medico, nessuno a ora si sbilancia in un senso o nell’altro.

Adesso Camilleri è nell’unità di terapia intensiva cardiaca diretta da Roberto Ricci. Si abbracciano le tre figlie, i parenti e tanti semplici cittadini affezionati ai suoi libri.

Il cortile dello storico ospedale sul lungotevere è animato da un viavai di ammiratori. La serie televisiva del popolare commissario, sullo sfondo di un mare di unica bellezza, in queste ultime settimane ha illuminato gli schermi e fino a quando è stato bene lo scrittore non ha lesinato interviste televisive cariche di ironia e empatia. Il centralino del Santo Spirito è intasato dalle telefonate di personalità, spettatori, lettori.

Le notizie trapelano col contagocce. Nel pomeriggio una Tac, da ripetere oggi, avrebbe mostrato una situazione meno irrecuperabile del previsto. Camilleri reagisce, ha mantenuto capacità cardiaca e respiratoria, è addirittura infastidito dall’intubazione. Stamattina è atteso un secondo bollettino medico di ospedale e Asl1.

Un carattere indomito, quello di Camilleri, che ha sempre dimostrato di vivere gli acciacchi in modo scanzonato, utilizzandoli anzi come arricchimento emotivo. Si stava preparando per la sua prima volta alle Terme di Caracalla dove il 15 luglio, nell’ambito della programmazione estiva del Teatro dell’Opera, è in calendario l’«Autodifesa di Caino», dove avrebbe interpretato il ruolo del personaggio biblico. Sarebbe stato un nuovo debutto sul palcoscenico, un’altra esperienza, il ritorno al suo primo amore.

Tra le sue frasi celebri, quella sul tramonto in carriera: «Vorrei concludere seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto passare tra il pubblico con la coppola in mano».

Non ha mai fatto mistero dei problemi di salute, Camilleri. Il diabete e il glaucoma che lo ha reso cieco acuendo la curiosità, quasi come forma di compensazione del buio che man mano conquistava i suoi occhi. Più volte aveva raccontato come l’incapacità di vedere aveva centuplicato sensazioni e colori. Acciaccato ma mai disposto a rinunciare al fumo, abitudine che certo non può giovargli adesso nella lotta per la sopravvivenza.

Sui social i fan tifano perché si riprenda. E non mancano i soliti ignoti che approfittano di ogni situazione per diffondere post dal contenuto sgradevole. «Coraggio Nenè», è idealmente accanto a lui Ida Carmina, sindaco di Porto Empedocle, suo paese natale. Si è sentita con la nipote di nuovo in serata e ha ricevuto notizie confortanti. Il personaggio-orgoglio dei concittadini si è stabilizzato, non peggiora.

Fa tenerezza il messaggio su Instagram dell’attore Peppino Mazzotta, alias Fazio, l’ispettore della fiction Rai, braccio destro di Montalbano: «Quello che auspico è solo che ci dedichi un altro po’ del tuo tempo. Decidi tu quanto. Non voglio approfittare della tua disponibilità. So che hai affermato più volte che non hai paura di morire. E so anche che non ti si può chiedere di essere immortale perché la natura ha le sue regole».

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