13 giugno 2019 - 22:21

Totti più vicino all’addio, la Roma può ammainare anche l’ultima bandiera

Dopo quello di De Rossi un altro caso scuote i giallorossi. L’ex n.10 è un dirigente insoddisfatto e fortissimamente tentato di mollare

di Luca Valdiserri

Totti più vicino all'addio, la Roma può ammainare anche l'ultima bandiera
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La serie A riscopre le bandiere e la Roma rischia di ammainarle. Il Milan si è affidato a Maldini e Boban, dando loro posti importanti nella nuova struttura. Il primo atto del neopresidente della Fiorentina, Commisso, è stato contattare Batistuta per riportarlo in viola come dirigente. Il club di Pallotta, invece, non ha rinnovato il contratto a De Rossi, che voleva giocare per almeno un’altra stagione ed era disposto a farlo «a gettone», e vive il momento più teso con Francesco Totti, dirigente insoddisfatto e fortissimamente tentato di mollare.

Il malessere dura da tempo: Totti vorrebbe contare di più e non essere solo una figura di rappresentanza. La convivenza con Franco Baldini, consigliere speciale di Pallotta, non è mai stata possibile. Al summit di Londra, primo contatto faccia a faccia tra il presidente e il nuovo allenatore Paulo Fonseca, Totti non c’era. Secondo il Romanista, si sarebbe convinto che anche una promozione a direttore tecnico, come aveva chiesto, rischierebbe di essere un vaso vuoto, se poi le decisioni importanti vengono prese da altri. Totti non ha messo becco né sul nuovo d.s. (Petrachi, che si deve ancora liberare dal contratto con il Torino) né sul nuovo allenatore (Paulo Fonseca, mentre lui aveva sponsorizzato Gattuso, dopo essere stato mandato allo sbaraglio con Conte).

Totti, ieri, ha lanciato su Twitter un messaggio sibillino: «In questo momento vengono dette e scritte tante parole, cercando di ipotizzare i miei pensieri e le mie scelte. A breve il mio punto di vista nella giusta sede…». Ognuno può interpretarlo come vuole, però una cosa è certa: non è una smentita alle voci che a Roma corrono da tempo. I rapporti tra Totti e il nuovo Ceo, Guido Fienga, in questi mesi sono stati buoni. In molti, però, si sono stupiti quando lo stesso Fienga, nella conferenza stampa dell’addio di De Rossi, ha detto pubblicamente che DDR era già pronto per affiancarlo come braccio destro. Probabilmente non voleva esserlo, ma è suonato come una «diminutio» della figura di Totti, che dirigente lo è già da due stagioni, dopo l’addio al campo che non voleva dare. Il gruppo di lavoro di Totti - Di Francesco, Monchi, Massara - è stato smantellato negli ultimi mesi. Totti sembra l’ultimo dei mohicani e la decisione di andarsene sembra la più probabile.

L’amore di Totti per la Roma è enorme: da calciatore ha rifiutato la corte del Real Madrid e del Milan di Berlusconi. Lo stipendio che riceve — 600mila euro — è alto, ma potrebbe guadagnare altrettanto e anche di più, magari diventando un commentatore di Sky e facendo contemporaneamente il testimonial di Euro 2020 per la Federcalcio, oppure lanciandosi a capofitto tra tv e social. I soldi non sono un problema, insomma, ma lo è «cosa fare da grande». La stragrande maggioranza della tifoseria è con lui e un suo addio farebbe crollare ai minimi storici l’indice di gradimento di Pallotta. Però c’è anche chi fa notare che in questi due anni Totti poteva fare di più, perfezionando l’inglese o facendo un’esperienza come quella di Boban alla Fifa. Trigoria resterà senza bandiere?

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