Il New York Times dice no
al rischio antisemitismo
ma anche alla satira

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu (Ansa)

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu (Ansa)

Dal primo luglio il New York Times non pubblicherà più vignette politiche neanche nell’edizione internazionale, come fa già nella versione destinata agli Stati Uniti. La decisione è maturata dopo le polemiche innescate da un disegno del fumettista portoghese Antonio Moreira Antunes: Donald Trump con una kippà e con occhiali scuri da non vedente guidato da un bassotto al guinzaglio con il volto del premier israeliano Benjamin Netanyahu e con la Stella di David pendente dal collare. Il giornale pubblicò l’immagine il 25 aprile scorso e fu immediatamente sommerso da critiche e da accuse di anti-semitismo. Il Jerusalem Post scrisse: «Anche i nazisti dipingevano gli ebrei come animali, cani, scimmie e maiali, con attaccata la Stella di David». Moreira Antunes si giustificò dicendo che non aveva alcuna intenzione di «far passare un messaggio antisemita». Il New York Times si scusò pubblicamente, riconoscendo che l’immagine conteneva luoghi comuni «sempre pericolosi e oggi ancora più inaccettabili se si considera che l’anti-semitismo sta crescendo nel mondo». La vignetta di Moreira Antunes è chiaramente indifendibile. E la buona fede, o meglio l’ignoranza dell’autore non può bastare come giustificazione.

Qui, però, c’è un punto molto delicato del dibattito politico americano: si può criticare il rapporto tra Trump e Netanyahu senza scivolare nei luoghi comuni antisemiti? Qualche mese fa la neo deputata democratica Ilhan Omar mise in imbarazzo i suoi leader di partito, twittando: con Israele «è solo una questione di Benjamins baby», vale a dire, contano solo le banconote da 100 dollari, i soldi. Dall’altra parte è anche fondamentale salvaguardare la possibilità di attaccare politicamente la relazione tra i governi degli Stati Uniti e di Israele, senza per questo essere tacciati di antisemitismo da Trump. Con la rinuncia totale alla satira, a causa della vignetta di Moreira Antunes, il New York Times fa un passo indietro in questa difficile, ma necessaria sfida che sta davanti al mondo dell’informazione, di cui fanno parte, da almeno due secoli, anche i «cartoons».

11 giugno 2019, 21:26 - modifica il 11 giugno 2019 | 21:27

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