aziende in difficoltà

Campagne sarde invase dalle locuste. Coldiretti: intervenga la Regione

di Davide Madeddu

2' di lettura

Assediati dalle cavallette. Non c'è pace per le campagne della Sardegna che proprio in questi giorni devono fare i conti con una vera e propria invasione di locuste. Milioni di esemplari che si riproducono molto rapidamente e che, in alcuni casi, hanno costituito dei veri e propri tappeti. A fare i conti con le situazioni più difficili, esplose soprattutto con l’aumentare delle temperature, sono circa 20 aziende della Sardegna centrale ma, come chiariscono alla Coldiretti, l’associazione di categoria che ha lanciato l’allarme sollecitando un intervento delle istituzioni, «complessivamente sono molte di più, circa un centinaio».

Sardegna, l’invasione delle cavallette produce danni ai raccolti

Le aree invase dalle cavallette si estendono per circa duemila ettari di campagne e sono comprese tra la piana di Ottana (dove un tempo operava un grosso agglomerato industriale, ma dove oggi resiste soprattutto l’agricoltura) e quelle di Orotelli, Bolonta e Orani e dove in passato funzionava la miniera di talco oggi chiusa. Proprio in quest'ultimo centro si sono registrati i casi più eclatanti con le cavallette disposte in terra quasi a formare dei tappeti, attorno agli alberi o nei muri delle case coloniche. «La situazione, dopo il primo allarme e i primi controlli, sembra essere abbastanza stabile – chiarisce Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna – si sta lavorando per evitare che la presenza degli insetti possa continuare a infastidire gli animali, bovini e ovini, e si attendono gli altri interventi per procedere di conseguenza».

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Alcuni allevatori hanno già iniziato a utilizzare i repellenti. Tra gli addetti ai lavori però resta alta la preoccupazione. «In molti casi non si è ancora proceduto con la mietitura – prosegue ancora Saba – e resta da chiarire come andare avanti». Proprio questo elemento è al centro delle richieste che l’organizzazione ha presentato alla Regione. «È necessario che si intervenga con appositi sopralluoghi e si predisponga una stima dei danni – chiarisce Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna – perché i tecnici dovranno quindi spiegare quali comportamenti adottare davanti alla presenza delle cavallette. La maggior parte delle colture, foraggere e granaglie serviva agli allevatori per il proprio bestiame».

Per Luca Locci, portavoce del Comitato disinfestatori dei Centri antinsetti della Sardegna «per una stima dei danni sarà necessario attendere ma la presenza delle cavallette in maniera così massiccia, seppure circoscritta lascia poco margine e poche speranze di salvare il raccolto». Rimedi? «Si può intervenire con una soluzione tampone, ossia con arature e poi attraverso un lavoro di precisione utilizzare un prodotto biologico che rispetti ambiente e animali». A sentire l’esperto quel che serve è una programmazione regionale e personale. «In Sardegna esistono i Centri provinciali Antinsetti (ex Crai – centro regionale anti insetti), che sono passati negli ultimi 15 anni da circa 600 unità lavorative – conclude - in tutta la Regione a 80 dipendenti totali provinciali. Serve un coordinamento regionale e nuove assunzioni e un coordinamento unico regionale per programmare la prevenzione, il controllo e la lotta in tutta la regione». Dalla Regione, intanto, l’assessore all’Agricoltura Gabriella Murgia fa sapere che si sta «si provvederà in tempi brevi ad accertare l'entità dei danni subiti, con in campo i tecnici delle Agenzie regionali, e a verificare la disponibilità di bilancio per l'attivazione di un primo intervento di sostegno».

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