Attualita

L’economia c’è, anche quando non sembra

di Alberto Orioli

3' di lettura

Raccontare l’economia anche quando non sembra economia. Quella che viviamo tutti i giorni nei comportamenti o nelle situazioni quotidiane. La scelta di ascoltare un brano in streaming da Spotify che, pezzo dopo pezzo, ha modificato il business della musica. Oppure l’acquisto di un rossetto o di un make-up di grandi marche che provengono per il 65% da un pezzo di terra lombarda tra Cremona e Lodi che ha trovato una missione nuova: diventare uno dei più importanti distretti del mondo della beauty economy. Ma anche la scelta di una meta per la settimana bianca, che moltiplicato per 11 milioni di sciatori vale ormai 8 miliardi. Di spesa o di incassi a seconda di cosa si guarda.

L’Economia intorno a noi è quella che si fa con i nostri gusti, le nostre abitudini. A partire dalle decisioni che prendiamo come consumatori. La shopping economy (in uscita domani in abbinata al Sole 24 Ore) documenta l’evoluzione del nostro carrello della spesa. Magari oggi è un po’ più frugale e più polarizzato tra extralusso e sussistenza, con un dato medio di consumo pro capite che è come quello degli Usa del ’93. Su ruote o su web (sempre di più), quel carrello diventa un’opzione quasi politica, un modo per mostrare un senso di identità profonda, di cultura. Non ultima l’idea che il possesso ceda il passo alla condivisione, alla fruizione senza proprietà. Sharing economy si chiama. Piace ai giovani. E questo modifica il corso delle cose. E dell’economia stessa. Che resta una scienza all’apparenza complessa e distante, ma in realtà molto concreta laddove studia le tante azioni singole che assieme diventano la domanda, l’offerta o addirittura si trasformano in aspettative in grado di influenzare i mercati finanziari.

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L’Economia intorno a noi racconta quei singoli fenomeni. Quelli che vive la gente di montagna, ad esempio, quando, dati alla mano, mostra una vitalità imprenditoriale superiore alla media nazionale (86,7 imprese ogni mille abitanti contro 84,7) fino a esprimere l’eccellenza europea nella costruzione di funivie o quella del distretto degli occhiali studiato nel mondo. E ancora: l’abbigliamento sportivo (9 miliardi di fatturato e 6mila occupati) dove confluiscono ricerca, tecnica e sostenibilità. La montagna cerca di combattere lo spopolamento e si apre senza perdere l’identità profonda di una cultura unica e antica, rispettosa della natura: e diventa un eco-sistema misto di startup hi-tech e di esperimenti di industria ambientale, passando magari dal culto del vino e dai nuovi chef stellati o dalla diffusione di massa degli sport estremi.

Ma l’Italia è anche quella della gente di mare, di un Paese con oltre 8mila chilometri di costa dove si è sedimentata un’eccellenza mondiale nella cantieristica, in grado di soddisfare una domanda globale malata di gigantismo. Ma anche le più bizzarre richieste degli amanti degli yacht superlusso ormai arrivati a superare i 100 metri di lunghezza. Artigianato, tradizione e tecnologia futuribile. Anche in questo l’Italia dà il meglio al mondo. Scelta dopo scelta il territorio si modifica, cambiano le sensibilità della cittadinanza, si aggregano competenze, cambia anche il modo di vedere il mare. E nascono i poli della blu economy, idea dopo idea, azione dopo azione.

La montagna vale 250 miliardi (tra industria, agricoltura e servizi), il mare ne genera 130 (considerando anche il turismo). E forse non sappiamo che, con il boom del sushi a domicilio, il Paese che è il pontile naturale nel Mediterraneo importa il 73% del proprio fabbisogno, un milione di tonnellate di pesce all’anno. Pescate da altri.

E a proposito di pesci, forse è poco noto che tra i 60 milioni di animali domestici che popolano l’Italia la metà sono proprio pesci (rossi ma non solo): e anche questa diventa una nuova economia, la pet economy, con i suoi oltre 2 miliardi di fatturato solo per il cibo per animali. Un business che fino a qualche tempo fa non esisteva nemmeno. Anche questa è L’Economia intorno a noi: quella di un’Italia dove gli animali sono ormai tanti quanti gli abitanti.

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