Lifestyle

Fuga a Kangaroo Island: il lusso del buon bere tra pub e gallerie

di Federico De Cesare Viola

4' di lettura

Ad aprile, anche quest’anno, l’edizione 2019 di Tasting Australia ha trasformato la centralissima Town Square in un girone dei golosi en plein air e l’intera Adelaide in una mecca della gastronomia internazionale. La capitale dell’Australia meridionale, pur mantenendo la sua vocazione friendly e una dimensione a misura d’uomo, non è più la bella addormentata che era solo alcuni anni fa: si è trasformata in una città di festival culturali con una vibrante scena di piccoli bar e pub, ristoranti d’autore, gallerie e musei.

Scegliete il Mayfair Hotel, un hotel di lusso classico ricavato dal restauro del più iconico edificio (The Colonial Mutual Life building) di King William Street, per visitare la strepitosa collezione di arte aborigena del South Australian Museum e per poi muovervi agevolmente a piedi alla scoperta della vivace vita notturna del West End, in particolare tra Leight Street e Peel Street: delizioso il Pink Moon Saloon, un micro bar che sembra una casetta di legno delle fiabe, ottimi i dumpling e gli yakitori del giapponese Shōbōsho.

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A pochi metri di passeggiata, ma verso Est, prima sulla pedonale Rundle Mall, la via dello shopping, e poi su Rundle Street, potete scegliere tra il bistrot Blackwood di Jock Zonfrillo (al piano terra dello stesso edificio che ospita il ristorante Orana, si veda il box) o la cucina nordafricana (ma con ingredienti locali) di Africola, su East Terrace, appena prima di un whisky da Nola, un bar e pub con una selezione di malti che ha pochi eguali in tutto lo stato.

Vivai e distillerie

Con centinaia di cantine nei dintorni, Adelaide è anche, indiscutibilmente, la capitale del vino australiano. L’assenza di dogmi da Vecchio Continente qui si esprime in un repertorio eclettico e in un approccio più spensierato (ma sempre rigoroso). Adelaide Hills è la regione vinicola alle porte della città, raggiungibile in soli 20 minuti in macchina. Sulla strada fermatevi a pranzo a The Topiary Café, un delizioso ristorante all’interno di un vivaio dove il giovane chef Kane Pollard (di cui lo stesso Zonfrillo dice un gran bene) propone una cucina garbata e di notevole freschezza. Nel pomeriggio fate tappa alle distillerie Applewood, casa dell’Økar, un amaro creato con sole botaniche australiane, e poi scoprite i vini di Unico Zelo, tra cui un ottimo Fiano. Niente di strano: in Australia meridionale sono sempre più diffuse molte varietà italiane, che qui hanno trovato un clima ideale, simile a quello Mediterraneo.

Degustando annate di Porto

Barossa Valley, a nord di Adelaide, è sicuramente la regione dalla più antica e rinomata tradizione vinicola della nazione. È qui che hanno sede molti big del mercato come Penfolds, Jacob’s Creek o Seppeltsfield. In quest’azienda, fondata nel 1851, potete regalarvi o regalare la “Taste your birth year”, un’esperienza unica che consente di degustare un Tawny port prodotto nel proprio anno di nascita (e si va indietro addirittura fino al 1878).

McLaren Vale, a un’ora di macchina a sud di Adelaide, è la patria dello Shiraz. Ed è anche il set dell’ormai iconico Cube della cantina d’Arenberg, una sorta di immenso cubo di Rubik in mezzo alle vigne che ha richiesto 14 anni e 15 milioni di dollari australiani per la sua realizzazione. Partorita dall’estro e dalla passione di Chester Osborn, il Willy Wonka locale, questo azzardo architettonico accoglie oltre mille visitatori al giorno e custodisce un percorso multisensoriale, uno spazio espositivo, un ristorante fine dining e diverse stanze per la degustazione. In una quasi sconfinata gamma di etichette dai nomi quantomeno bizzarri – da “The Derelict Vineyard” a “The Athazagoraphobic Cat” – noi scegliamo l’iconico “The Dead Arm”, uno Shiraz intenso e suadente.

Non distante, merita una sosta Gemtree, boutique winery che produce in regime biodinamico. Sulla piccola terrazza con vista sulle colline potete provare, tra gli altri vini, il sorprendente Shiraz Ernest Allan.

Canguri, wallaby e koala

Il bello di Adelaide sta (anche) nella possibilità di cambiare stile di vacanza nel giro di poche ore. Prima di lasciare il Continente, concedetevi l’esperienza più potente che South Australia può offrire ai viaggiatori. Servono meno di 30 minuti di volo (o 45 di traghetto da Cape Jervis, punta estrema della Penisola di Fleurieu) per raggiungere Kangaroo Island, a soli 13 chilometri a largo della costa meridionale. Un paradiso naturale, di una bellezza selvaggia e conturbante, dove poter ammirare, a distanza ravvicinata (ma sempre con il necessario rispetto) canguri, wallaby, koala, echidne e leoni marini. Odisseys propone i migliori tour e le guide più esperte dell’isola, per un terzo occupata da parchi nazionali e riserve e per la restante parte da allevamenti di pecore e anche vigneti, come quelli di The Islander, produttore (francese) di un elegante blend di Shiraz e Granache. L’isola offre molte alternative agli amanti del buon bere: da provare la pale ale di Kangaroo Island Brewery, notevoli i gin di Kis - Kangaroo Island Spirits, in particolare il Koala 48, prodotto con altrettante botaniche raccolte sull’isola.

Isolamento dorato

Solo prenotando con larghissimo anticipo è possibile assicurarsi una delle 21 suite del Southern Ocean Lodge, un luxury hotel disegnato dall’architetto Max Pritchard, con un colpo d’occhio indimenticabile su uno dei tratti di costa più scenografici dell’isola. Per un’esperienza di vero isolamento (ma comunque dorato, s’intende) c’è anche Ecopia Retreat, nel cuore dell’isola: un paio di piccole ville in stile contemporaneo, realizzate con materiali naturali, con tutto l’occorrente per approntare un barbecue sul patio al tramonto. Di notte, prima di crollare in un sonno rigenerante, alzate gli occhi al cielo: siete in uno dei luoghi al mondo dove meglio si può ammirare, tempo permettendo, la Via Lattea.

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