Corte di giustizia

Avvocato Ue: l’addebito diretto deve essere comunitario

di Enrico Bronzo

(David Young/dpa - Afp)

3' di lettura

Per l’avvocato generale Szpunar della Corte Ue la Deutsche Bahn non può richiedere ai clienti che desiderano acquistare biglietti online mediante addebito diretto di essere residenti in Germania.

Tale requisito è incompatibile con le disposizioni del diritto dell'Unione che vietano alle imprese di specificare lo Stato membro in cui deve essere situato il conto di pagamento del cliente

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Il Verein für Konsumenteninformation, un'associazione austriaca a tutela dei consumatori, ha intentato un ricorso dinanzi ai giudici austriaci nei confronti della Deutsche Bahn, una compagnia ferroviaria tedesca la quale offre anche ai clienti austriaci la possibilità di prenotare viaggi ferroviari su Internet.

L'associazione austriaca di cui trattasi sostiene che il sistema di pagamento online dell'impresa tedesca, che accetta pagamenti mediante carte di credito, bonifico bancario istantaneo o mediante il sistema di addebito diretto nell'area unica dei pagamenti in euro (Sepa: single euro payments area;) è incompatibile con il regolamento Sepa , che vieta ai beneficiari di specificare lo Stato membro in cui è situato il conto di pagamento del pagatore. Il Sepa è l’equivalente europeo del Rid italiano.

A tal riguardo, l'associazione fa valere che, siccome i clienti, di norma, dispongono di un conto di pagamento presso una banca stabilita nello Stato membro in cui hanno la propria residenza, il fatto che la Deutsche Bank limiti la possibilità di effettuare operazioni mediante addebito diretto Sepa ai clienti residenti in Germania integra una discriminazione vietata dal regolamento Sepa in quanto una pratica del genere richiede implicitamente ai clienti che desiderano effettuare siffatte operazioni di avere altresì il proprio conto di pagamento in Germania.

L'Oberster Gerichtshof (Corte suprema, Austria), investito della causa in sede di impugnazione, ha chiesto alla Corte di giustizia se la pratica di pagamento controversa della Deutsche Bahn sia effettivamente contraria al regolamento Sepa.

Nelle sue conclusioni odierne, l'avvocato generale Maciej Szpunar rileva che, sebbene, nell'imporre il requisito della residenza, la Deutsche Bahn non richieda formalmente a clienti che desiderano ricorrere al sistema di addebito diretto di avere il proprio conto di pagamento in un determinato Stato membro, di norma, i clienti hanno un conto di pagamento presso una banca stabilita nello Stato membro in cui risiedono. Pertanto, secondo l'avvocato generale, richiedere che il cliente risieda in un determinato Stato membro equivale a specificare in quale Stato membro debba essere situato un conto di pagamento.

Date siffatte circostanze, l'avvocato generale ritiene che la pratica di pagamento controversa della Deutsche Bahn sia contraria al regolamento Sepa.

In tale contesto, l'avvocato generale respinge l'argomento della Deutsche Bahn secondo cui il regolamento Sepa dovrebbe essere interpretato alla luce del regolamento relativo ai blocchi geografici (benché quest'ultimo regolamento non sia applicabile al caso di specie) il quale prevede che, qualora non siano soddisfatti i requisiti di autenticazione, come avviene anche nel caso di specie secondo la Deutsche Bahn, è consentita una discriminazione basata sulla residenza per le operazioni di pagamento. A giudizio dell'avvocato generale, tale disposizione del regolamento relativo ai blocchi geografici trova applicazione soltanto nell'ambito di detto regolamento, il cui oggetto si differenzia notevolmente da quello del regolamento Sepa. Quest'ultimo regolamento, inoltre, non contiene alcun riferimento incrociato al regolamento relativo ai blocchi geografici.

Per giunta, ad avviso dell'avvocato generale, in mancanza di qualsiasi disposizione nel regolamento Sepa che consenta di giustificare una discriminazione basata sull'ubicazione del conto di pagamento del pagatore in casi di pagamento mediante addebito diretto, la disparità di trattamento operata dalla Deutsche Bahn non può essere giustificata.

Infine, l'avvocato generale chiarisce che, ai sensi del regolamento Sepa, un'impresa non è tenuta ad offrire ai propri clienti la possibilità di pagare mediante addebito diretto.

Tuttavia, una volta che abbia deciso di concedere ai clienti tale possibilità, essa deve offrire il suddetto servizio in modo non discriminatorio.

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