1 maggio 2019 - 16:22

Eva, morta ad Auschwitz a 13 anni: la sua storia rivive su Instagram in un progetto per raccontare l’Olocausto

Il progetto innovativo: raccontare lo sterminio nazista su Instagram trasformando in post e filmati il contenuto dei diari di una 13enne morta ad Auschwitz. Il plauso del premier israeliano

di Annalisa Grandi

Eva, morta ad Auschwitz a 13 anni: la sua storia rivive su Instagram in un progetto per raccontare l’Olocausto
shadow

Cosa sarebbe successo se ai tempi dell’Olocausto ci fosse stato Instagram? Cosa sarebbe successo se una ragazzina ebrea avesse potuto raccontare quell’orrore, con il suo cellulare? È quello che ha provato a immaginare un miliardario israeliano che vive negli Stati Uniti. E che ha dato vita a un progetto che già sta facendo discutere.

L’idea era quella di raccontare, su Instagram, la vera storia di una delle tante vittime dello sterminio nazista. Così ecco nascere la pagina di Eva.stories. Che dal primo maggio racconta la vita, e la morte, di Eva Heyman, 13 anni, ebrea di Nagyvárad, Ungheria. Che ha raccontato in un diario la sua vita, a partire dal 13 febbraio del 1944 e fino al 30 maggio: tre giorni dopo Eva viene deportata ad Auschwitz e lì muore. Da quelle pagine ha tratto ispirazione Mati Kochavi, che insieme alla figlia ha dato vita al progetto: trasformare quelle parole in storie su Instagram. L’obbiettivo: raccontare anche ai più giovani, quelli che dell’Olocausto magari sanno meno, cosa è accaduto.

«In memoria di sei milioni di ebrei» si legge sulla pagina Instagram. «I sopravvissuti ancora vivi sono sempre meno, dobbiamo trovare un nuovo modo per diffondere le testimonianze e tenere viva la memoria» ha detto Kochavi. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu su Twitter ha espresso il suo sostegno al progetto che «racconta l’immensa tragedia del nostro popolo attraverso la storia di una ragazza». Il museo dell’Olocausto Yad Vashem non ha commentato direttamente ma ha fatto sapere che l’uso dei social media per commemorare le vittime è «legittimo». C’è anche chi però, dalle pagine del quotidiano Haaretz, ha trovato l’idea «di cattivo gusto». Intanto, l’account ha già superato i 600 mila follower . «Sono Eva, seguitemi, questa è la mia pagina - dice il primo video, l’inizio della storia di questa ragazza - un giorno sarò una grande reporter, ma per ora vivo con i miei nonni». Questo sognava Eva, questo raccontano i suoi diari. Sogni che verranno distrutti, così come la sua vita, in un campo di sterminio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT