30 aprile 2019 - 23:32

Stupro Viterbo, «nessuna scusa per i violentatori»: La voce delle donne di CasaPound

«Sono camerati che hanno smarrito la strada, abbiamo chiesto noi la castrazione»

di Fabrizio Caccia

Stupro Viterbo,  «nessuna scusa per i violentatori»:  La voce delle donne di CasaPound
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Emmanuela Florino, portavoce di CasaPound Napoli, è sposata e ha un figlio con Giulio Quarta, coordinatore di CasaPound Puglia. Carlotta Chiaraluce, coordinatrice di Roma Ostia, è la compagna del consigliere municipale Luca Marsella e hanno un bimbo anche loro: nel novembre 2017, insieme, fecero il botto sul litorale romano, portando la Tartaruga al record storico del 9 per cento dei voti. «Vuole forse insinuare che siamo una setta, che facciamo figli e ci sposiamo solo tra di noi?», contrattacca la Chiaraluce, ribattezzata subito «Chiaraduce», per ovvi motivi, dal sito Dagospia. Il giorno dopo gli arresti di Viterbo, le donne di CasaPound vogliono che sia chiaro un punto: «Noi non crediamo che lo stupratore nero sia più stupratore di quello bianco», dice la Florino, «infatti il nostro segretario e il nostro presidente nazionale, Simone Di Stefano e Gianluca Iannone, hanno subito espulso da CasaPound i due arrestati», Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci. «Di Stefano addirittura è andato oltre Salvini che ha chiesto la castrazione chimica. Il nostro segretario ha chiesto per loro la castrazione e basta! Più chiaro di così...», taglia corto la Florino.

«CasaPound sconta sempre il vizio di un pregiudizio — interviene Angela De Rosa, portavoce di CasaPound Milano —. Una volta si diceva: compagni che sbagliano, giusto? Ecco, se le accuse saranno provate, i due di Viterbo sono camerati che sbagliano. Anzi che hanno proprio smarrito la strada». De Rosa è «scioccata» per lo stupro del 12 aprile e contesta l’idea che i maschi di CasaPound vedano le donne «come oggetto sessuale o specchietto per le allodole». E la Chiaraluce incalza: «Ma vi pare che noi abbiamo mai organizzato convegni sul vir o sulla cultura del macho? Vorrei ricordarvi che siamo per le unioni civili e un giorno venne a parlarne nella nostra sede romana Paola Concia, mica la Mussolini...».

«Gli amori gay esistono anche per noi — aggiunge Angela De Rosa —. Ci sono giovani omosessuali che simpatizzano per CasaPound, non so dire se militanti o meno, comunque sono certa che se mi presentassi in sede con un fidanzato nigeriano o una donna per compagna, i camerati non sgranerebbero affatto gli occhi. No, assolutamente». Va detto che la De Rosa è sposata da anni con un uomo che non è manco un militante di CasaPound. «Ma a parte il possibile fidanzato nigeriano — continua la dirigente milanese — ora vi confesso una cosa: magari 20 anni fa avrei anche potuto pensare che con un antifascista potesse funzionare. Oggi però non ho più dubbi: con un antifascista mai! Troppo diversi, troppo distanti le visioni».

I fascisti del terzo millennio sono accusati di essere sessisti, razzisti e violenti. Chiricozzi su Instagram inneggiava a Hitler e prendeva in giro le donne di colore. CasaPound un mese fa ha calpestato i panini per i Rom di Torre Maura: «Io quei panini non li avrei mai calpestati — risponde la De Rosa — per rispetto di chi il cibo non ce l’ha. Ma non è razzismo pretendere che un quartiere non diventi fogna. E non perché ci siano i Rom, ma perché sono quartieri abbandonati dalla politica. Non ne facciamo una questione di razza, ma di dignità delle persone. Noi non ce l’abbiamo col popolo africano, ce la prendiamo col singolo immigrato che stupra e uccide Pamela e Desirèe». Però per spirito di vendetta, uno come Luca Traini, col dente di lupo tatuato sulla testa, si mette a fare il tiro al bersaglio contro i neri di Macerata. Solo per miracolo non è stata una strage.

«Per certi militanti ci vorrebbe lo psicologo — commenta Emmanuela Florino —. Ora, però, per lo stupro di Viterbo s’invoca lo scioglimento di CasaPound. Noi non chiedemmo mica lo scioglimento del Pd quando il responsabile romano dei dem nel quartiere Torrino (Luca Bianchini, ndr) violentò tre donne nel 2009 appostandosi nei garage condominiali. È stato condannato pure in Cassazione! Ma la responsabilità penale è personale e io come donna, dentro CasaPound, mi sento anzi protetta e valorizzata». «Non si tratta di retorica fascista — conclude Angela De Rosa —. Tra un uomo che non sa cambiare una lampadina e un uomo che fa l’uomo e mi difende, io scelgo sempre quest’ultimo. Ma Chiricozzi non c’entra: se ce l’avessi davanti, ora gli darei uno schiaffone».

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