L’imbrattamento di un’opera d’arte di solito è una pessima notizia. Ma a Livorno ad essere coperta con una vernice spray nera è stata una targa di ottone con scritto “Vietato l’ingresso agli ebrei e agli omosessuali”, che fa parte del lavoro dell’artista Ruth Beraha Io non posso entrare, installato ieri su un muro esterno del Museo della Città. A coprire la scritta con la vernice è stato uno studente che evidentemente l’ha ritenuta offensiva. L’azione del giovane in realtà è avvenuta davanti allo sguardo dell’artista 33enne milanese e la direttrice del museo Paola Tognon. Entrambe si sono confrontate con il ragazzo, capendo subito le intenzioni del giovane. Dopo la conversazione il giovane ha donato alla Beraha il libro di Italo Calvino Il sentiero dei nidi di ragno che aveva lasciato appositamente accanto all’opera. “Ritengo che questa opera di Ruth Beraha abbia in qualche modo sollecitato solo il primo e forse il più banale dei suoi messaggi, cioè quello di essere una semplice provocazione“, spiega su facebook la Tognon. In realtà vuol “sollecitare una riflessione contro razzismi e discriminazioni”. “Scrivo convintamente, oggi ancor più che ieri – ha aggiunto Tognon – che sono orgogliosa che Ruth Beraha sia entrata nel Museo di Livorno e abbia voluto costruire un progetto espositivo ‘site specific’ che porta un titolo significativo: Non sarai mai solo. Ruth Beraha ha scelto di lasciare la sua opera, la targa, nella sua condizione attuale, annerita e quindi censurata. A monito e con la consapevolezza di una lotta contro ogni discriminazione“.

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