La regola numero uno contro la Juventus è vincere per mettere al sicuro il terzo posto. La seconda è identica alla prima: vincere per diminuire il gap esistente da otto anni tra l’Inter e i bianconeri. Il derby d’Italia è unico, è una sfida speciale «che si gioca tutto l’anno nei bar, negli uffici, in vacanza. Le due squadre rappresentano i poli opposti della passione», afferma Luciano Spalletti alla vigilia di Inter-Juve di sabato sera a San Siro (Dazn).

La differenza tra le due squadre da anni è ampia, quindi, sabato «fare bene diventa fondamentale per diminuire le distanze, per riuscire in un tempo limitato ad andare a batterli», aggiunge il tecnico dell’Inter. Che poi spiega come avvicinarsi alla tirannia bianconera. «La differenza la può fare solo il gioco, lo stare in campo nel modo giusto e i grandi campioni. Negli scontri diretti le distanze non sono così ampie, per cui siamo fiduciosi».

Non esprime sicurezze, invece, per quanto riguarda il suo futuro «devo dare al massimo poi c’è sempre chi giudica. E’ giusto che vada a cercare il meglio per l’Inter. Se questo coinvolge anche il mio futuro, ci sta» e quello di Mauro Icardi: «Non so cosa succederà a fine stagione. Se mi darebbe fastidio vederlo con la maglia della Juve? A me danno fastidio poche cose. Quelle che danno fastidio a me danno più fastidio e quelli che le fanno». Il futuro però resta là, nel presente c’è la Juve contro la quale ci sono tre punti fondamentali in palio da conquistare «perché appena pensi di essere al sicuro rischi. Abbiamo partite toste, quelle dietro le possono anche vincere tutte da qui alla fine».

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