Massimiliano Allegri, quando ci sarà l’incontro con Andrea Agnelli per programmare il futuro?
«Dopo lo scudetto c’è stata un po’ di vacanza, ma non ci siamo dati una data. Quando la società vorrà, parleremo: gli altri anni abbiamo parlato anche a giugno, quindi siamo in anticipo sui tempi».

Che cosa vi spingerà a proseguire insieme?

«Quello che ci ha spinto tutti gli anni. Bisogna programmare per creare obiettivi nuovi, a livello di crescita della squadra e di tutti. Questo per essere sempre competitivi, analizzando le cose buone e brutte della stagione. Bisogna sempre ripartire nel modo migliore e creare presupposto per una stagione vincente».

Sarà una squadra da puntellare o da ringiovanire?
«Difficile parlare di quel che accadrà il prossimo anno. La cosa più importante è essere lucidi e prendere le decisioni per creare le basi di un’annata vincente».

La Juve sarà l’arbitro della Champions, vi sentite sotto osservazione?
«Domani è sempre Inter-Juve, in uno stadio meraviglioso con 70mila persone: facciamo il meglio possibile perché perdere ci fa girare le scatole. Non andiamo in giro a fare figuracce da qui alla fine: siamo la Juve, ci sono belle partite che stimolano e vogliamo fare più punti possibili».

Recupera Chiellini, sarà titolare?
«Sì. Torna e gioca».

Possibilità di vedere Kean titolare?
«Se gioca lui, il primo cambio sarà Bernardeschi. E viceversa. Siamo in pochi e si è fermato anche Bentancur per un affaticamento muscolare: in qualche modo ci arrangiamo».

Ritroverà Marotta, come sarà la prima volta da avversario?
«Non l’ho più rivisto dopo il suo addio e avrò il piacere di incontrarlo di nuovo. Sono stati 4 anni bellissimi, con lui abbiamo fatto un ottimo lavoro di crescita. Poi siamo professionisti e le strade ogni tanto possono dividersi, ma non toglie quel di buono che è stato fatto».

Icardi ha sempre fatto bene con la Juve. Vederlo in panchina dà sollievo?
«E’ un giocatore straordinario. Fa gol e dobbiamo essere bravi a fermarlo, se poi non ci sarà meglio ancora».

Che esperimenti ha in testa?
«Bernardeschi mezzala. Ora è costretto a fare l’attaccante, ma voglio capire se può fare il centrocampista: ci vuole equilibrio mentale perché non ci sono tempi morti lì in mezzo. L’altra è Cancelo: mi incuriosisce provarlo come mezzala».

Dieci giorni dopo l’eliminazione con l’Ajax, lei ha individuato la motivazione principale di quella sconfitta?
«Con il senno di poi non si va da nessuna parte. La Champions è talmente bella quanto bastarda: arrivi nel momento clou nelle condizioni imperfette e paghi. Abbiamo fatto bene fino alla sosta, poi abbiamo ripreso e rincorso gli infortunati. Douglas Costa non so neanche se è moro o biondo, mai più visto. Dopo l’Ajax ho sentito tante critiche, ma la Juve si è stabilizzata nelle prime 8 in Champions e c’è un progetto: buttare all’aria un lavoro fatto, che verrà continuato, è eccessivo. Il 50% dei trofei l’ha vinto, bisogna lavorare per capire dove si è sbagliato. Quest’anno per il primo anno nei miei cinque, siamo arrivati male ai quarti».

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