25 aprile 2019 - 15:34

Le nuove linee guida Oms: «Niente schermi per i bambini sotto i 2 anni»

Raccomandazioni rigorose sul tempo trascorso davanti a uno schermo per i bambini
in età prescolare: dai 2 ai 4 anni massimo un’ora. Ma è importante anche la qualità

di Emanuela Di Pasqua

(Getty Images) (Getty Images)
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Le disposizioni sono chiare e dettagliate: i bambini piccoli devono evitare, senza se e senza ma, il cosiddetto screen time (ovvero l’esposizione a uno schermo), devono dormire tra le 14 e le 17 ore al giorno, muoversi per almeno 30 minuti e stare meno possibile costretti in passeggini o nei seggiolini dell’auto. Le regole sono contenute nelle nuove linee guida dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) dedicate al benessere dei bambini sotto i 5 anni di età. Scendono leggermente le ore di sonno raccomandate tra gli 1 e i 3 anni, ma siamo sempre tra le 11 e le 14, mentre tra i 3 e i 4 anni il tempo trascorso a dormire rimane tra le 10 e le 13 ore. Solo dopo i 2 anni è tollerata una minima esposizione allo schermo, qualsiasi sia il device, ma non deve mai superare l’ora. Infine l’attività fisica entra a pieno titolo e in modo istituzionalizzato nella routine del bimbo piccolo, al quale l’Oms prescrive almeno 3 ore giornaliere di attività ludico-fisica che, tra i 3 e i 4 anni, può comprendere almeno un’ora di attività motoria vigorosa.

La prima volta dell’Oms

È la prima volta che l’Organizzazione Mondiale della Sanità si esprime sulle ore di sonno, l’attività fisica e l’esposizione allo schermo per quanto riguarda i piccolissimi. Ed è forse il sintomo che la questione è diventata urgente. Gli esperti hanno ingaggiato una lotta alla vita sedentaria e alle cattive abitudini di una sovraesposizione allo schermo: le linee guida dell’Oms costituiscono (o dovrebbero costituire) un faro per chi vuole vivere bene e a lungo. E se si parla di bambini molto piccoli è ancor più importante, proprio perché è una questione di imprinting e molti stili di vita si ritroveranno nell’età adulta, nel bene e nel male. Oltre al fatto che crescere bene nel pieno dell’età evolutiva è determinante. 

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I rischi che si corrono: il corpo

L’«escamotage» dello schermo

Ma è possibile vietare ai bambini l’uso dello schermo? L’Oms fa un passo avanti, distinguendo qualitativamente lo screen time. Una cosa è l’esposizione a un programma o a un filmato interattivo (alcuni stimolano addirittura il movimento nei bimbi), magari in presenza di un adulto che partecipa, un’altra cosa è l’esposizione passiva, in solitudine e davanti a contenuti per nulla stimolanti (se non addirittura diseducativi). Insomma le linee guida vanno applicate con buon senso e se il piccolo deve essere momentaneamente «parcheggiato» davanti a uno schermo è essenziale scegliere bene i contenuti. 

«Mens sana in corpore sano»

C’è un’attenzione alla salute psicologica del bambino nelle disposizioni dell’Oms, che richiamano i pericoli di una vita sedentaria e passiva, per il corpo e la mente. Molto efficace la guida del Royal College of Paediatrics and Child Health britannico che ha stilato una lista di domande a cui i genitori si possono auto-sottoporre per capire se stanno gestendo bene lo screen time dei figli: riuscite ad evitare che il tempo davanti allo schermo interferisca con il sonno o altre attività importanti? Riuscite a controllare lo snacking (la cattiva abitudine di pasticciare con cibo e bevande, spesso associata alla tv o simili) nello screen time del bambino? Riuscite a misurare il tempo di esposizione senza mai sforare? Se le risposte sono tutte affermative il genitore può stare tranquillo.

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