24 aprile 2019 - 22:38

Coppa Italia, Lazio batte 1-0 il Milan Correa firma il gol che vale la finale

La rete dell’argentino nel secondo tempo regala il successo alla squadra di Inzaghi e elimina i rossoneri di Gattuso. I biancocelesti attendono una tra Atalanta e Fiorentina

di Alessandro Bocci

Coppa Italia, Lazio batte 1-0 il Milan Correa firma il gol che vale la finale Joaquin Correa batte Pepe Reina e firma lo 0-1 per la Lazio sul Milan (Ansa)
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Mentre i suoi quattromila tifosi, appollaiati nel terzo anello, riservano impuniti cori razzisti a Bakayoko prima, durante e dopo la partita, la Lazio si prende la finale di Coppa Italia.

Il Milan cede alla distanza. La rivoluzione tattica di Gattuso, che mai aveva perso contro i biancocelesti, fallisce miseramente. Ci vuole ben altro che la difesa a tre e il rilancio di Caldara. Il Diavolo prende gol in contropiede, sorpreso dalla ripartenza di Immobile e dal tocco gelido e preciso di Correa, soprattutto non riesce quasi mai a arrivare dalle parti di Strakosha, che soltanto in una circostanza, nel primo tempo, si deve superare per deviare il diagonale maligno di Calabria. Piatek non vede un pallone, Suso non azzecca una giocata, Castillejo rimbalza sulla difesa biancoceleste. Manca il gioco e anche un po’ l’anima.

Per il Milan è una brutta botta. La Coppa è volata via. Il risultato non fa una piega. Prima del gol, soltanto le prodezze di Reina, almeno tre, tengono in piedi una squadra frastornata e adesso i ragazzi di Gattuso non dovranno sbagliare domenica sera a Torino lo spareggio per la Champions. Senza quella, la stagione sarebbe fallimentare e la panchina di Ringhio ad alto rischio. La Lazio si conferma regina di Coppa, raggiungendo la seconda finale negli ultimi tre anni, la quinta negli ultimi dieci. Lo fa giocando una partita in crescendo, più forte anche dell’infortunio a Milinkovic-Savic, uno dei cardini di Simone Inzaghi e cancellando i patemi del campionato.

La partita nasce in un clima pesantissimo e avvelenato dai cori razzisti dei laziali che si appropriano del ritornello della musica sparata dalle casse di San Siro per insultare Bakayoko. I cori e gli ululati continuano nonostante l’avvertimento lanciato dallo speaker prima dell’inizio e nel secondo tempo, ma vengono smorzati dal frastuono dello stadio e forse non arrivano all’orecchio dell’arbitro che lascia continuare.

Gattuso nella notte cruciale di Coppa rilancia sin dal primo minuto Caldara sette mesi dopo l’ultima volta in un 3-4-3 con Laxalt terzino sinistro, Suso e Castillejo esterni alti con il compito di entrare bene dentro il campo e dare sostegno al Pistolero Piatek. La Lazio è corta, stretta, lesta a ripartire. Però per una banale scivolata perde quasi subito Milinkovic, che prova a resistere ma prima del quindicesimo lascia il posto a Parolo per un problema alla caviglia destra e piange in panchina.

La partita è molto tattica e nervosa, combattuta più che bella. Il Milan palleggia, la Lazio graffia in verticale. Immobile, liberato da un tocco morbido di Luis Alberto, si allunga il pallone davanti alla porta rossonera. Nel recupero i biancocelesti vanno due volte vicino al vantaggio prima con un tiro sbagliato di Bastos da distanza ravvicinata dopo una mischia nell’area rossonera, poi con Correa che si fa stregare dalla perfetta uscita di Reina. Sull’altro fronte il Diavolo invoca un rigore per una spintarella di Bastos a Calabria e lo stesso terzino, prima di farsi male e lasciare il posto a Conti, impegna Strakosha con un tiro velenoso.

Nella ripresa la Lazio cresce in maniera esponenziale, guadagnando metri e giocando con sicurezza e convinzione. Il Milan ringrazia ancora Reina (su Leiva e Correa) e la buona sorte (ancora Bastos, di testa, non trova la porta). La squadra di Gattuso perde le distanze fra i reparti e va in sofferenza. Quella di Inzaghi intuisce le difficoltà dei rivali e ne approfitta. Il gol è nell’aria, ma il Milan lo prende in contropiede, con la difesa scoperta. Una ingenuità colossale. Lulic avvia la ripartenza, Immobile si accentra e tocca per Correa: il gioco è fatto.

Gattuso, che aveva inserito Calhanoglu, cambia tutto: fuori Caldara, dentro Cutrone accanto a Piatek. E il giovane attaccante illude San Siro, segnando di testa, ma in fuorigioco. È l’unico sussulto di una notte più nera che rossa. Immobile, invece, sbaglia il 2-0. Per sua fortuna non conta niente.

La Lazio così il 15 maggio giocherà la decima finale di Coppa Italia della sua storia.

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