Ma qui siamo in Marocco o in Portogallo? L’espansione europea nel mondo ha lasciato dietro di sé una serie di avamposti conquistati e perduti, e uno dei più fascinosi fra questi si trova nel cuore di El Jadida, sulla costa atlantica marocchina, una cittadella presa e fortificata dai navigatori/guerrieri portoghesi nel 1502 e tenuta fino al 1769. Nei due secoli e mezzo seguenti, i marocchini hanno aggiunto a El Jadida il loro tocco particolare, ma (saggiamente) senza alterare la struttura architettonica di base della città vecchia, che si è conquistata dall’Unesco la qualifica di patrimonio dell’umanità per la sua natura ibrida europea e islamica - non si può dire «occidentale e orientale» perché il Portogallo e il Marocco sono sullo stesso meridiano. Oltre ad aver conservato quasi tutti i bastioni (compreso quello nelle cui segrete consumava i suoi riti la Santa Inquisizione) i marocchini hanno rispettato la chiesa dell’Assunzione, che fu uno dei primi edifici eretti dai portoghesi nel Cinquecento, e l’antica sinagoga con suggestivo affaccio sull’Oceano.
Le poderose mura da due prospettive differenti: in direzione dell’Atlantico e della terraferma
Sulla via principale di El Jadida si trova un altro punto focale della città vecchia, cioè la cosiddetta cisterna portoghese, che in realtà (probabilmente) fu concepita come arsenale per le armi, o come deposito per qualche altro genere di beni da immagazzinare, e solo in un secondo momento venne trasformata in serbatoio d’acqua per resistere agli assedi, quando la situazione della fortezza portoghese cominciò a farsi difficile. Dettaglio curioso: nel 1769 al momento del cambio di sovranità gran parte degli abitanti di origine portoghese fu sgomberata non in direzione del vicino Portogallo ma del lontano Brasile (altra colonia lusitana), dove venne da loro fondata la città di Nova Mazagão - e Mazagão è il nome che ha avuto fino al 1769 la El Jadida portoghese.
Il Brasile sembra essere l’ultimo approdo di varie comunità a cui la Storia ha sottratto il posto che avevano nel mondo: di recente abbiamo raccontato su La Stampa un caso analogo, riguardante alcune migliaia di sudisti americani che emigrarono un secolo e mezzo fa in Brasile dopo essere stati sconfitti nella Guerra di Secessione, e i cui discendenti vivono adesso nella località di Santa Bárbara d’Oeste, retroterra di San Paolo.
La cisterna che garantiva alla città una riserva d’acqua in caso di assedio
Tornando al Marocco e a El Jadida, la parte moderna della città sta andando incontro a un notevole sviluppo economico, fondato anche su flussi turistici che possono contare non solo sulle testimonianze del passato ma pure su alcune belle spiagge. Però il nucleo storico viene ben conservato e speriamo che si continui così.
Da qui si entra nella vecchia El Jadida
L’ingresso della Grande Moschea
La semplice struttura della chiesa dell’Assunzione
Colore locale a El Jadida