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Parlamento, il lungo ponte tra le festività. E il Senato batte la Camera

Il Parlamento durante una riunione in seduta comune  
I parlamentari torneranno in aula il 29 aprile, ma solo per poche ore. Da oggi al 26 maggio, giorno del voto europeo, solo cinque convocazioni per Palazzo Madama. Che precisa: "Tutto previsto dal nuovo regolamento"
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Chiuse per ponte. Mentre Lega e 5Stelle si accapigliano praticamente su tutto, le Camere si concedono una lunga pausa, tra Pasqua, 25 aprile, primo maggio (e oltre). Con una decisione certificata dai capigruppo. E seguita da immancabili polemiche.

Gli uffici di Montecitorio, chiusi ieri 19 aprile, non riapriranno stabilmente fino al 6 maggio con l'eccezione di un dibattito previsto per il 29 aprile (sulla riduzione del numero dei parlamentari), di una votazione il 30 aprile, e poi del 2 e 3 maggio.



Per quanto riguarda il Senato il periodo di stop è ancora più lungo: l'aula tornerà a riunirsi solo il 14 maggio - si arriva a un totale di 24 giorni - anche se il calendario prevede riunioni della commissioni dal 23 al 26 aprile e dal 6 al 10 maggio. Unica deroga per l'aula il 29 aprile (dalle 17 alle 20) e il 30 per l'esame del disegno di legge sulla disposizione del proprio corpo "post mortem" e il contrasto del finanziamento alle imprese produttrici di mine antipersona.



E nel calendario, da qui al voto delle europee, sono previste solo cinque giorni di convocazione dell'aula: il 14, il 15 e il 16 maggio. "Il nuovo regolamento di Palazzo Madama - dicono fonti del Senato - approvato all'unanimità nella precedente legislatura, prevede che ci sia un'alternanza tra i lavori dell'aula e quelli delle commissioni. Per questo nella settimana subito dopo Pasqua lavoreranno le commissioni e in quella successiva, del 29 aprile, lavorerà l'aula. Poi, il 25 aprile e il 1 maggio essendo feste nazionali le Camere non hanno mai lavorato".

In ogni caso i deputati e senatori avranno diritto a una settimana per la campagna elettorale prima del voto per il Parlamento di Strasburgo. E d'altra parte il clima politico, con gli scontri continui nella maggioranza, non sembra propizio a una marcia trionfale dei provvedimenti in aula. Chissà se la lunga pausa favorirà una tregua.
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