Il giocattolo si rompe all’improvviso e Charles Leclerc vede svanire il sogno di bambino. La sua macchina perde potenza e lui capisce che non vincerà una gara che ha dominato fino a dieci giri dalla conclusione. «Cosa sta succedendo?» urla via radio. Da questo momento le comunicazioni tra il muretto della Ferrari e il pilota monegasco assumono toni da Apollo 13. Mancano sessanta chilometri al traguardo del Gp del Bahrein quando la telemetria rileva la rottura del motore elettrico alimentato dal turbo, il cosiddetto mgu-h. Un centinaio di cavalli in meno, impossibile difendersi dalle Mercedes di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, che vanno a festeggiare un’altra doppietta.

La Ferrari che era stata lenta a Melbourne nella gara inaugurale, si scopre veloce e inaffidabile a Sakhir. Mattia Binotto, direttore tecnico e team principal, parla di doppietta mancata: «C’era di tutto per far bene. I nostri piloti a un certo punto erano primo e secondo e potevano gestire la gara. Ma la Formula 1 è anche questo». La causa del guasto non è ancora stata individuata con precisione, ma tornano in mente i guasti che tormentavano la SF90 durante i test in Spagna.

Guasto al propulsore elettrico

L’affidabilità non è il solo problema: diventa un caso Sebastian Vettel, che dopo aver indovinato la partenza soffre la pressione del compagno di squadra e combina guai. Leclerc lo sorpassa subito dopo avere comunicato ai box: «Ragazzi, sono più veloce io». L’ingegnere gli dice di aspettare un paio di giri, lui non ci pensa nemmeno: fondo rettilineo, staccata, sorpasso. Chirurgico. «Sono autorizzati a duellare, soprattutto nei primi giri di un Gran premio, purché non si danneggino» è il commento da parte Ferrari. Mortificato dalla manovra, Vettel a metà gara cerca di difendere il secondo posto dall’attacco di Hamilton ma sbaglia in frenata e finisce in testacoda. Ma siccome ogni azione ha un sua conseguenza, gli effetti si moltiplicano: le gomme si rovinano e trasmettono vibrazioni che staccano l’ala. Morale: perso un podio sicuro, il pilota tedesco finisce quinto.

La crisi del tedesco

La Mercedes incassa e ringrazia. Hamilton festeggia la vittoria numero 74 in carriera e si dimostra un signore: «Charles ha fatto un grande lavoro, avrebbe meritato il successo. Siamo stati fortunati ma abbiamo anche avuto il merito di trovarci nel posto giusto al momento giusto». Il secondo posto consente a Bottas di restare in testa al Mondiale per un solo punto (44 a 43) su Hamilton, quello ottenuto in Australia due settimane fa con il giro più veloce. In Bahrein il bonus tocca a Leclerc, che sale in quarta posizione con 26 punti, alle spalle di Verstappen (27) e davanti a Vettel (22).

La Ferrari torna a Maranello con la sensazione positiva di avere risolto i problemi di assetto ed equilibrio, e la sensazione sgradevole di non riuscire a concretizzare il lavoro svolto. Binotto preferisce evidenziare gli aspetti positivi del Gran premio del Bahrein, gara di solito favorevole al Cavallino, e Leclerc è sulla stessa linea quando ricorda che in fondo è solo alla sua seconda stagione in Formula 1 e alla sua seconda gara al volante della Rossa ed è già salito sul podio dopo aver ottenuto una spettacolare pole position.

Prossima tappa il Gran premio di Cina. Non è l’ultima spiaggia, non può esserlo dopo una mancata doppietta. Ma non sono più concessi errori. «Porteremo a casa tanti aspetti positivi. Lavoreremo sulle parti da migliorare», promette Binotto.

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