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Torino, a 42 anni finisce in manette per la relazione con il ragazzino amico della figlia

Infermiera, è accusata anche di cessione di stupefacenti

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"Atti sessuali con minorenne e cessione di stupefacente". Dietro questo doppio capo di accusa c'è una donna della provincia di Torino. E' finita in carcere per una storia di sesso e droga che i carabinieri di Leinì stanno definendo nei dettagli. Nella sostanza, la donna - che ha 42 anni e lavora come infermiera - ha avuto una relazione con un ragazzino di 14 anni, un amico di sua figlia, che è durata più di un anno. E quando erano insieme facevano uso di spinelli.

Dalle indagini, portate avanti sotto la direzione e il coordinamento della procura di Ivrea, è emerso che la relazione intima tra i due è iniziata a dicembre di due anni fa. In quel periodo il ragazzino, che è nato nel 2004, aveva 13 anni. La storia sarebbe poi finita pochi mesi fa, a gennaio.I primi sospetti sono partiti dallo zio dopo una serata in cui aveva accompagnato il nipote con gli amici e aveva notato la troppa complicità che c'era tra i due tanto che la donna aveva offerto al ragazzino il suo drink alcolico per farglielo assaggiare. Lo ha detto alla madre che ha cominciato a notare alcune stranezze nel figlio. Quindi la denuncia ai carabinieri che dopo mesi di indagini e intercettazioni hanno arrestato l'infermiera.
"Ti amo alla follia". E' questo uno dei tanti messaggi che riassume la relazione tra i due. La scintilla è scattata nel dicembre 2017, quando l'adolescente è andato a trovare una sua compagna di scuola in ospedale e ha conosciuto la madre. E' nata una storia che, nonostante i 28 anni di differenza e la giovanissima età del ragazzo, è durata più di un anno, sino al gennaio scorso, quando i genitori del quattordicenne, sospettando che nella vita del figlio ci fosse qualcosa di strano e pericoloso, si sono rivolti ai carabinieri.
All'inizio, invece, avevano pensato che il loro figlio avesse una simpatia per la sua compagna di classe, figlia della 42enne: andava spesso a trovarla a casa, usciva con lei, la sorella e la mamma, si fermava per cena, si attardava a vedere un film. Poi, però, hanno intuito che c'era dell'altro e hanno scoperto che il ragazzino aveva una relazione non con la coetanea, ma con la madre.
Tra quella donna e loro figlio hanno notato una complicità strana, attenzioni particolari, gesti troppo intimi e così hanno iniziato a controllare il telefono cellulare del ragazzo e le chat sui social. Gli sms non lasciavano spazi a dubbi: cuoricini, dichiarazioni d'amore, ma anche avances e racconti di alcuni pomeriggi trascorsi a casa della donna a fumare marijuana con lei, le figlie ed altri amici.
Il ragazzo, sentito dagli investigatori, ha negato ogni rapporto sessuale e sentimentale. Ha raccontato di aver trovato un punto di riferimento in quella donna, una persona con cui potersi sfogare quando litigava con i genitori. Ma dalle intercettazioni telefoniche e dall'analisi del contenuto del cellulare, la storia sembra un'altra.
Anche dopo la perquisizione dei carabinieri del comando provinciale di Torino, disposta dalla Procura di Ivrea, la donna ha continuato a sentire l'adolescente, a contattarlo in chat, tramite la playstation, a organizzare incontri a casa sua.