14 marzo 2019 - 15:28

«Codice civile, ma non troppo: non tutela gli animali». In piazza per cambiarlo. Jovanotti: «Bravi, sono con voi»

La mobilitazione del movimento Task Force Animalista: «Chiediamo alla politica di adeguare le leggi al nuovo sentimento delle persone». Il cantante: «È questione di progresso»

di Alessandro Sala

«Codice civile, ma non troppo: non tutela gli animali». In piazza per cambiarlo. Jovanotti: «Bravi, sono con voi»
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Cambiare al più presto il codice civile rivedendo lo status degli animali affinché passino da oggetto a soggetto del diritto. È quello che chiedono i promotori della «Marcia animale su Milano», che il prossimo 31 marzo sfilerà nel capoluogo lombardo per dare voce ad una battaglia contro quella che viene considerata una profonda ingiustizia. Talmente ingiusta da far definire le norme sul diritto processuale civile un «codice non civile». Lanciata dalla Task Force Animalista, la manifestazione ha già visto l’adesione formale di una trentina di gruppi e di associazioni. E, proprio oggi, quella ideale di Jovanotti, che pur trovandosi all’estero — è in studio di registrazione negli Usa — ha inviato agli organizzatori un video in cui sostiene di condividere tutti i temi della mobilitazione. «È una battaglia giusta, consideratemi dei vostri — spiega il cantante, che non ha mai lesinato sul suo impegno sociale, anche verso il mondo animale —. Da tanto tempo sono compagno di viaggio di animali e capisco quanto sia importante. Non si tratta di antropomorfizzare gli animali, si tratta di progresso. È un cammino di civiltà. Riconoscere soggettività agli animali è un modo per riconoscerla a noi stessi. Non so quanti e quali politici possano aderire a questa proposta, spero siano tanti; i cittadini che vi si riconoscono sono sicuramente tantissimi».

Gli animali-oggetto

Per il nostro ordinamento gli animali non sono molto diversi da una borsa o da un attaccapanni: sono «res», cose, e quindi non si tiene conto del contorno di sentimenti che li riguarda e ruota loro attorno. Se un animale viene sottratto al legittimo proprietario, non si parla di rapimento bensì di furto. Proprio partendo da qui, dall’esperienza diretta di una delle fondatrici della Task Force a cui furono portati via due cani, sono nati il movimento e le iniziative sino ad oggi organizzate. L’appuntamento del 31 marzo (la partenza del corteo sarà alle 15 dal Palazzo di Giustizia e l’arrivo a piazza Cordusio, dove dalle 17 si terrà un dibattito sull’argomento) vuole dare nuova enfasi a richieste già avanzate da più parti dal mondo animalista, ma fino ad ora rimaste lettera morta.

La legge e la società civile

Non c’è forse da stupirsi del fatto che nella stesura originale del codice civile gli animali non avessero una tutela: era il 1942, l’Italia era in guerra e le priorità della popolazione e di chi la governava erano altre. Ma oggi, e in realtà non solo da oggi, il sentimento popolare è cambiato. Si diffonde sempre di più la consapevolezza degli animali come esseri senzienti, in grado di provare emozioni, di gioire ma anche di soffrire. Gli animali domestici, soprattutto cani e gatti, sono da molti considerati membri non umani dei propri nuclei famigliari e sono state già avanzate proposte di legge per inserirli ufficialmente nello stato di famiglia. In Lombardia la Regione ha approvato una norma che consente alle persone di poter essere seppellite con le ceneri degli animali che hanno fatto loro compagnia in vita. Insomma, che il cambiamento sia in atto non sembra sfuggire neppure ai rappresentanti delle istituzioni, perlomeno di alcune. Ma i principali codici del nostro ordinamento non hanno ancora recepito il mutato atteggiamento degli italiani nei confronti degli animali.

Il sentimento per gli animali

Il codice penale, che all’articolo 544 prevede pene per il maltrattamento degli animali, non punisce gli autori di atti violenti per avere infierito contro altri esseri viventi, bensì per avere offeso il sentimento che le persone provano nei loro confronti, come recita il titolo IX bis del libro dei delitti, in cui le norme relative agli animali sono contenute. A essere tutelato, insomma, è il sentire delle persone, la loro pena o la loro pietas, non il dolore reale di chi la violenza la subisce. E nel codice civile, come detto, gli animali sono una fattispecie di proprietà. «Quello che chiediamo — spiegano le coordinatrici Carolina Sala e Jenny Fumanti, che hanno il supporto legale degli avvocati Daniela Russo e Fortunato Forcellino — è che la normativa contenuta nel libro terzo del codice civile, che qualifica gli animali come cose mobili venga modificata con un apposito titolo che espressamente definisca tutti gli animali come esseri senzienti, riconoscendo inoltre a quelli di affezione una soggettività giuridica, visto che sono ormai a tutti gli effetti membri della nostra famiglia». L’auspicio dei promotori è che intervenendo sul codice civile si possa poi arrivare ad un ampliamento delle tutele per gli animali anche in ambito penale.

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