Il Gusto

Camanini e Bottura: l'Italia delle eccellenze e della solidarietà gastronomica trionfa a Parigi

 La "Cacio e pepe in vescica" vincitrice di Camanini, fotografata da Lido Vannucchi per Lido84
 La "Cacio e pepe in vescica" vincitrice di Camanini, fotografata da Lido Vannucchi per Lido84 
I neonati The World Restaurant Awards premiano i due chef nella categoria "Specialità della casa" e "Pensiero etico", dedicato ai progetti di charity. Seguici anche su Facebook 
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Sì, mangiare. Ma in modo consapevole, che fa rima con piacevole. Il messaggio è ormai un mantra, ma questa volta viene da un ambito totalmente nuovo: i World Restaurant Awards. La prima edizione del premio gastronomico creato da Joe Warwick e Andrea Petrini si è svolta a Parigi la sera del 18 febbraio e ha visto sul podio due realtà italiane: Lido 84 a Gardone Riviera, di Riccardo Camanini e Refettorio – Food for Soul di Massimo Bottura.

Camanini è stato premiato nella categoria “Specialità della casa” per la sua Cacio e pepe cotta in vescica, piatto per il quale, ha detto, si è ispirato agli antichi romani. Lara Gilmore, la brillante moglie di Bottura e Presidente di Food for Soul, ha invece ritirato il premio per la categoria “Pensiero etico”, riferito al progetto che coinvolge un numero sempre crescente di città del mondo con un doppio obiettivo: il recupero degli avanzi e il sostegno alle persone in difficoltà. 

Lara Gilmore riceve il premio Pensiero Etico per il progetto dei Refettori 
Lara Gilmore riceve il premio Pensiero Etico per il progetto dei Refettori  (afp)

Una cerimonia allegra e informale, ospitata fino a tarda sera negli spazi monumentali di Palais Brongniart ex Borsa francese, ha distribuito riconoscimenti suddivisi in 18 categorie, la più vistosa innovazione: se i premi gastronomici internazionali stilano di solito una classifica, qui si tratta invece di sottolineare diversi aspetti della cucina, con molte trovate ironiche, come il “Miglior cuoco senza tatuaggi” ritirato da un divertito Alain Ducasse, o la “Miglior cucina senza pinzette”, vinto dal ristorante Bo.Lan di Bangkok. Ma anche, dicevamo, con un deciso accento sul versante della sostenibilità ambientale e umana, sottolineata nelle categorie dei premi, come “pensiero etico” o anche "Collaborazione dell’anno” (andato al ristorante irlandese Paradiso, che si basa su un’agricoltura illuminata), ma anche in tutti gli aspetti dell’organizzazione del Premio, a partire dalla scelta di una par condicio tra uomini e donne nella folta giuria e nel panel di ispettori (in totale oltre 100 instancabili esploratori delle vie del gusto, sparsi in tutto il mondo). E dal premio speciale “Evento dell'anno” assegnato al Refugee Food Festival, in cui i ristoratori dividono le loro cucine con chef rifugiati. 
 Alain Ducasse durante la premiazione
 Alain Ducasse durante la premiazione (afp)

Ottimo debutto quindi per la nuova manifestazione ideata da Warwick e Petrini, autentici globetrotters del cibo, che sono riusciti a impostare un punto di vista diverso per un settore ormai costantemente sotto i riflettori. Accento su sostenibilità e trasversalità, con un invito a oltrepassare schemi mentali e geografici. Perchè il concetto del buono, per il palato e per il cuore, non ha confini. Si è visto con la pastry chef Cheryl Koh, di Singapore, destinazione messa in risalto nel programma dei WRA. 

I premiati sono stati applauditi da un pubblico partecipe e divertito, che comprendeva una lunga lista di celebrities del settore, da Alex Atala a Virgilio Martinez con moglie e sorella, da Moreno Cedroni ad Ana Ros, con la sua famiglia. Prima e dopo, un rinfresco in grande stile, con Laurent Perrier a fiumi (solo da magnum, noblesse oblige) e cibo, ovviamente, di qualità.  

Soddisfatti gli organizzatori. L'italiano Petrini, già con la mente al suo Gelinaz - fantasioso circo gastronomico che quest'anno toccherà Berlino w nel 2020 l'Asia - pensa per la prossima edizione a "un sondaggio popolare e alcune novità: siamo già al lavoro...". Per Warwick, irlandese dalle infinite risorse che ha appena pubblicato la terza edizione del monumentale "Where chefs eat" - curiosa guida ai ristoranti del mondo frequentati dai grandi chef del mondo: il massimo, per i foodies -, è un ottimo risultato aver sottolineato la necessità di "un senso di responsabilità sociale e ambientale" e aver scelto categorie non convenzionali. Per il 2020, "non sappiamo se saremo di nuovo a Parigi, ma sappiamo che amplieremo ancora la base dei nostri collaboratori per raccogliere ancora più dati e informazioni". La storia continua.