17 febbraio 2019 - 10:57

Salvini e il caso Diciotti, il voto su Rousseau lunedì dalle 10 alle 19
Ecco il quesito da votare online

Il post pubblicato sul Blog delle Stelle in vista della votazione sull'immunità da concedere al ministro dell'Interno. Nel testo, sbagliato il numero dei migranti a bordo. La dura critica di Beppe Grillo: siamo tra il Comma 22 e la sindrome di Procuste

di Carmen Plotino

Salvini e il caso Diciotti, il voto su Rousseau lunedì dalle 10 alle 19 Ecco il quesito da votare online
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Il M5S torna alle origini e la base potrà votare sulla piattaforma Rousseau per il caso Diciotti lunedì 18 febbraio dalle 10 alle 19. È quanto deciso dai vertici pentastellati che in un post sul blog delle Stelle spiegano come farlo e su quali elementi basarsi. «Ora siamo chiamati a decidere. Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato? Sì, quindi si nega l'autorizzazione a procedere. No, quindi si concede l'autorizzazione a procedere», è questa la formula scelta dal Movimento che chiama tutti gli iscritti a votare sul diritto al'immunità del ministro dell'Interno Matteo Salvini sul caso Diciotti. I «big» del Movimento si sono - chi più, chi meno - già espressi pubblicamente contro l’autorizzazione, rivendicando la scelta collegiale di tutto l’esecutivo nella vicenda della nave Diciotti, ma i malumori interni hanno indotto i vertici a ricorrere alla base.

Se voti Si vuol dire No
Se voti No vuol dire Si
Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!

— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 17 febbraio 2019

La critica di Beppe Grillo

A sorpresa, una dura critica è arrivata via Twitter dal fondatore del Movimento, Beppe Grillo: «Se voti Sì vuol dire No Se voti No vuol dire Sì. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!». Il garante M5S cita il romanzo Comma 22 dell’americano Joseph Heller in cui la facoltà di scegliere è solo apparente e poi la sindrome che indica, in una persona, il disprezzo per chi è considerato avere un maggior successo.



Invertito il quesito rispetto a quello che si voterà in Giunta

Più di un'area di malcontento del M5S sta già insorgendo, e si sta muovendo anche contattando attivisti e semplici simpatizzanti, per metterli al corrente di quella che a loro avviso sembra essere una «irregolarità», ovvero l'inversione del quesito originale. A differenza infatti di come voteranno i senatori in Giunta per l‘autorizzazione, votando «sì» su Rousseau gli iscritti negheranno l'autorizzazione a procedere per Salvini. A poche ore dalla pubblicazione del quesito sul blog, fioccano commenti negativi e critiche feroci («Vi state comportando come gli altri partiti e girate la frittata», «Cercate di fare i furbi anche nelle procedure del Si e del No per confondere» e ancora «Continuate a fare le domandine trabocchetto da prima Repubblica. Avanti così GRANDI STATISTI»).

Il numero di presenze a bordo sbagliato

Il post prosegue ricordando agli iscritti chiamati a votare, i fatti relativi alla vicenda della Diciotti - anche se sul numero dei migranti presenti sulla nave che erano in totale 177, ne riporta solo 137 - «Tra il 20 e 25 agosto scorso, mentre 137 migranti si trovavano sulla Diciotti (i migranti arrivati sulla Diciotti erano 177), ovviamente con assistenza sanitaria e alimentare, il ministro degli Esteri e il presidente del Consiglio Conte stavano sentendo i leader degli altri paesi europei affinché ognuno accogliesse la propria quota di migranti. Questo accordo doveva essere raggiunto prima dello sbarco perché, altrimenti, sarebbero dovuti rimanere tutti in Italia. E questo a causa del regolamento di Dublino, che impone che il primo Paese di approdo debba farsi carico di tutti i migranti che arrivano in Europa. Il ministro dell’Interno Salvini, d’accordo con il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio e con il presidente Giuseppe Conte, negò lo sbarco fino a che l’accordo non fosse stato raggiunto. Per questa vicenda il Tribunale dei Ministri di Catania ha deciso di inquisire il ministro dell’Interno perché ha considerato il ritardo dello sbarco dalla nave un sequestro di persona e ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere».

«Non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari»

«Su questo si deve esprimere con un voto prima la Giunta per le autorizzazioni a procedere e poi l’Assemblea del Senato - continua a spiegare il blog - In pratica, se il Parlamento nega l’autorizzazione a procedere, sta affermando che il ministro ha agito per interesse pubblico o interesse dello Stato, e che quindi non sarà processato. Nel caso invece venga data l’autorizzazione, il ministro dell’interno andrà a processo. Questo quindi non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari - spiega il post sottolineando che è la prima volta che si giudica un ministro che ha agito nell’esercizio delle sue funzioni - Di quei casi si occupa l’articolo 68 della Costituzione, e su quelli il MoVimento 5 Stelle è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Nessuna protezione per i politici che devono rispondere delle loro azioni individuali. Noi mandammo a processo i nostri portavoce Paola Taverna e Mario Giarrusso e entrambi votarono per farsi processare. Questo è un caso diverso: stiamo parlando infatti dell’articolo 96 della Costituzione. Nello specifico questo è un caso senza precedenti perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che agiva nell’esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale», conclude il post.

Salvini: «Dormo tranquillo. Che il M5S faccia quello che vuole»

E dalla Sardegna Matteo Salvini - impegnato in campagna elettorale in vista delle elezioni Regionali fino a martedì (giorno in cui la Giunta per le immunità del Senato deciderà a favore o contro il ministro) - ribadisce di non essere preoccupato: «Dormo tranquillo perché penso, anzi sono convinto di aver difeso il bene, la sicurezza e i confini del mio Paese». Poi entra nel merito del voto online del Movimento: «Ognuno voti secondo coscienza. Non voglio influire o insegnare niente a nessuno. Rendo noto però il fatto che ad oggi i dati del ministero dell’Interno dicono che gli sbarchi sono fermi a quota 230 e le espulsioni sono ormai più di 800. Se domani arriva un barcone o una Ong sulle nostre coste non sbarca, perché in Italia non arrivano più né scafisti né Ong. Che il Movimento 5 Stelle faccia quello che vuole». «É giusto - aggiunge poi nella serata di domenica - ascoltare gli italiani, consultare gli iscritti. Spero che poi non finisca come a Sanremo, dove gli italiani hanno votato in un modo, poi la giuria ha cambiato, spero ci sia più trasparenza». La Giunta, ha sottolineato «non voterà su se Salvini è brutto, cattivo o fascista, ma se quello che ho fatto l’ho fatto nell’interesse pubblico o perché non avevo altro da fare ed anche i sassi sanno che una volta arrivato al Governo avrei fatto il possibile per fermare gli sbarchi».

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