Economia

"Etichette alimentari fuorilegge": Amazon di nuovo denunciata ad Antitrust

Secondo il sito Great Italian Food Trade diversi prodotti in vendita sulla piattaforma Pantry sono privi delle informazioni obbligatorie su allergeni, lista degli ingredienti e non solo

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Amazon è stata di nuovo segnalata ad Antitrust e all’Icqrf (l’Ispettorato del ministero per le Politiche agricole) per presunte violazioni di norme europee sull’etichettatura degli alimenti. La denuncia è partita dal sito di informazione alimentare Great Italian Food Trade (Gift) e si concentra, in particolare, sulla piattaforma Pantry, dedicata alla vendita di cibo e casalinghi.

Allergeni assenti. La norma che, secondo Gift, Amazon avrebbe violato ripetutamente è il regolamento europeo 1169/2011, una sorta di testo unico sull’etichettatura degli alimenti che a fine 2013 ha introdotto diverse novità in tutta Europa. Una su tutte: l’obbligo per i produttori di indicare sulle confezioni tutte le sostanze che potrebbero scatenare una reazione allergica. Nel testo della denuncia vengono segnalati alcuni esempi, come la maionese Calvè, un latte di mandorla, le patatine San Carlo e dei biscotti al burro. Tutti articoli in vendita senza indicazione degli allergeni.

Etichette sì, ma col dizionario. Altri alimenti sono invece stati messi in vendita con le etichette in inglese. Anche in questo caso, evidenzia Gift, potrebbe essere stato violato il regolamento 1169 secondo il quale le informazioni obbligatorie devono essere scritte “in una lingua facilmente comprensibile da parte dei consumatori degli Stati membri nei quali l’alimento è commercializzato”. Alcuni esempi: lo snack Bounty, i tortiglioni Barilla e una salsa Worcester. Tutti casi nei quali allergeni, lista degli ingredienti e tabella nutrizionale non vengono indicati in italiano.

Biologico opaco. Un’altra fattispecie segnalata ad Antitrust e all’Ispettorato: per alcuni prodotti biologici il consumatore deve andare sulla fiducia, perché le etichette non riportano alcune informazioni obbligatorie come il codice relativo all’autorità di controllo, il logo “bio” comunitario e soprattutto il luogo dal quale provengono le materie prime. “Il rischio - scrive Dario Dongo, avvocato di diritto alimentare e direttore di Gift - è quello di erodere la credibilità che il settore bio ha conquistato nei decenni con non pochi sforzi”. Alcuni casi specifici riportati: un sugo pronto Barilla, una crema di mandorle e una confezione di frutta secca già sbucciata della Probios. Anche qui: i prodotti in sé rispettano tutte le normative sull'etichettatura, sono le foto delle etichette pubblicate su Amazon a riportare solo alcune delle indicazioni obbligatorie.

In altri casi, invece, le informazioni obbligatorie ci sarebbero anche ma sono illeggibili. Spesso, infatti, le etichette vengono fotografate e non trascritte, con il risultato che un’immagine sbiadita o un’inquadratura sbagliata possono rendere incomprensibile il testo. Come una merenda al latte di Nestlè e alcuni sughi pronti Barilla nei quali la lista degli ingredienti.

Ma perché la segnalazione è partita contro Amazon, che si limita alla sola rivendita di prodotti realizzati e confezionati da altri? Nella denuncia, il legale spiega che il distributore (in questo caso, appunto, Amazon) deve fornire tutte le informazioni obbligatorie sugli alimenti venduti online. Il colosso di Jeff Bezos, in pratica, avrebbe dovuto controllare e verificare che le etichette rispettassero le norme europee, togliendo dalla vendita i prodotti non conformi.

Non è la prima volta che Amazon viene segnalata ad Antitrust per pratiche simili. Era già accaduto nel dicembre 2017 ma, in quel caso, l’autorità aveva deciso di non procedere. Amazon, contattata da Repubblica, non ha commentato la vicenda.

(Articolo modificato il 15/2/2019 alle 15:15)