Scienze

Addio Opportunity, spento il rover della Nasa che svelò i segreti di Marte

Il rover Opportunity inviato su Marte nel 2004 (Nasa) (ap)
L'agenzia spaziale Usa ha dichiarato ufficialmente la fine della missione. In 15 anni ha permesso di scoprire l'acqua sul pianeta rosso esplorando dune, rocce e crateri mai visti prima da così vicino. Baci e lacrime nei laboratori del Jpl per salutare il robot (#GoodnightOppy)
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MISSIONE terminata per Opportunity: il rover della Nasa su Marte è davvero al capolinea. Ad annunciarne la fine è l'agenzia spaziale americana per voce dello scienziato capo dell'Agenzia spaziale americana, Thomas Zurbuchen, in una conferenza stampa a Pasadena, in California. "E' una celebrazione", ha commentato l'amministratore della Nasa, Jim Bridenstine. Il robot era arrivato sul pianeta rosso nel 2004 e aveva permesso di confermare la presenza di acqua. Da giugno 2018 non ha più mandato segnali sulla Terra.
Il robot, soprannominato "Oppy" con la sua missione - ben 15 anni trascorsi su Marte - ha permesso di confermare la presenza dell'acqua su uno dei pianeti più inospitali del Sistema solare, inviando le prime immagini che lo resero più 'vicino'. La sua lunga carriera è costellata da successi, come quando rivelò la presenza di ematite o rintracciò i primi indizi di batteri nel sottosuolo.

Nel 2007 sopravvisse persino a una violenta tempesta di polvere. Ma ci fu anche qualche flop, ad esempio quando due anni fa tentò inutilmente di fotografare il lander Schiaparelli durante la sua maldestra caduta. Il contatto con il "piccolo esploratore" è stato perso il 10 giugno dello scorso anno, quando una tempesta di polvere oscurò l'atmosfera marziana per diversi mesi impedendo al rover di ricaricare le sue batterie.
Dopo otto mesi e centinaia di messaggi inviati dalla Terra senza risposta, la Nasa ha annunciato che l'ultimo tentativo è stato compiuto martedì sera. "Ho trascorso la notte al laboratorio Jpl per gli ultimi ordini inviati al rover. Non ha risposto. Abbiamo pianto, ci siamo baciati, abbiamo condiviso ricordi e risate", ha twittato Tanya Harrison, direttrice della ricerca all'Arizona State University e collaboratrice del programma al Jet Propulsion Laboratory vicino a Los Angeles.