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MONDO

Madrid

Il Parlamento spagnolo boccia la finanziaria di Sánchez. Si va verso le elezioni

Ha pesato il voto dei separatisti catalani

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Sono più vicine le elezioni anticipate in Spagna. Il Parlamento di Madrid ha respinto la Finanziaria 2019 proposta dal governo socialista di Pedro Sánchez. Si apre così la strada al voto. 

I voti contrari sono stati 191, i favorevoli 158. Un astenuto. A pesare sul risultato sono stati i voti delle forze separatiste catalane,  ERC e PDeCAT, uniti a quelli del Partito Popolare, di Ciudadanos, Coalición Canaria, Foro Asturias, UPN ed En Marea. 

Il premier potrebbe a questo punto indire le elezioni. La prima data utile sarebbe il 14 aprile, se il Parlamento verrà sciolto entro il 19 febbraio, ma quella preferita dai socialisti di Sánchez - che guida un governo di minoranza e può contare al momento solo su 84 deputati - sarebbe il 28 aprile. Venerdì 15 la decisione sulla data. 

Al centro della nuova crisi politica che si apre in Spagna c'è ancora una volta la questione catalana, diventata ancora più incandescente dopo che ieri si è aperto a Madrid il processo contro 12 leader secessionisti. I partiti nazionalisti catalani Erc e PDeCat, che finora avevano garantito l'appoggio esterno a Sánchez, avevano posto come condizione per il loro voto favorevole l'apertura di un negoziato su un referendum di autodeterminazione della Catalogna. Ma per il partito socialista questa era una condizione inaccettabile. "Non vogliamo né possiamo accettare d'includere nell'ordine del giorno l'autodeterminazione della Catalogna", ha dichiarato il ministro del Tesoro, Maria Jesus Montero.

Il voto di oggi segna la rottura dell'intesa che aveva permesso la mozione di censura contro il governo del popolare Mariano Rajoy e portato Sánchez al governo nel giugno dell'anno scorso. E mette anche fine al tentativo socialista di ridurre le tensioni in Catalogna con un atteggiamento più dialogante, ma senza fare concessioni su un referendum, ritenuto incostituzionale.