12 febbraio 2019 - 11:21

Venezuela, Moavero alla Camera: «Sì a nuove elezioni, Maduro illegittimo »

Accordo tra i due partiti di maggioranza dopo il vertice a Palazzo Chigi. La posizione dell’Italia sembra riavvicinarsi a quella degli altri paesi Ue schierati dalla parte di Guaidò

Venezuela, Moavero alla Camera: «Sì a nuove elezioni, Maduro illegittimo »
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Il governo italiano chiede nuove elezioni presidenziali in Venezuela: ne ha dato notizia il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi alla Camera al termine del vertice di questa mattina, al quale non ha partecipato il vicepremier Luigi Di Maio. L’annuncio fa compiere all’Italia una scelta di campo netta dopo i tentennamenti e le divisioni delle settimane precedenti. Moavero ha infatti dichiarato di ritenere la presidenza di Nicolas Maduro «illegittima»: « Le ultime elezioni presidenziali - ha ricordato il ministro esponendo la posizione del Governo italiano - sono state inficiate da scorrettezze in termini di legalita’ ed equita’ e quindi non hanno dato legittimita’ democratica». La presa di posizione espressa dal capo della Farnesina riavvicina definitivamente Roma agli altri governi della ue che si erano schierati per il riconoscimento come capo dello stato venezuelano di Josè Guaidò e la celebrazione al più presto di nuove elezioni presidenziali.

«Il governo è preoccupato sull’emergenza umanitaria del Venezuela e sta lavorando per favorire le situazioni non conflittuali»: così il ministro nelle sue comunicazioni alla Camera. «M5S e Lega - si legge nella mozione concordata tra i due partiti di maggioranza - , impegnano il Governo a sostenere gli sforzi diplomatici anche attraverso la partecipazione a fori multilaterali al fine di procedere, nei tempi più rapidi alla convocazione di nuove elezioni presidenziali che siano libere credibili e in conformità con l’ordinamento costituzionale». Nelle scorse settimane da un lato Salvini spingeva per la delegittimazione di Maduro e il riconoscimento di Guaidò, che anche ieri era in Italia a sollecitare appoggio. I Cinquestelle, in particolare Alessandro Di Battista chiedevano una posizione di neutralità e di discontinuità con la politica dell’Unione Europea.

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