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L’Asia fa correre il travel retail: al beauty un terzo del business

di Marika Gervasio

3' di lettura

Oltre 69 miliardi di dollari: tanto vale il settore duty free e travel retail, con un aumento del 9,5% rispetto al 2016, secondo i dati 2017 di Generation Research, con l’Asia - che pesa circa il 55% del mercato mondiale - motore trainante delle vendite con un incremento del 12,6% contro il +7,1% dell’Europa. A fare la parte del leone la cosmetica che, con più di 25 miliardi di dollari e una crescita del 19,3%, si porta a casa oltre un terzo del giro d’affari totale.

Sul fatto che si tratti di una enorme occasione per le aziende non ci sono dubbi. I numeri parlano chiaro: secondo la Iata l’anno scorso sono transitati negli aeroporti del mondo 4,3 miliardi di passeggeri che entro il 2036 dovrebbero quasi raddoppiare arrivando a 7,8 miliardi grazie all’area Asia-Pacifico, il driver di crescita principale, che raggiungerà i 3,5 miliardi di persone. Solo per fare qualche esempio, nel 2018 l’aeroporto di Hong Kong ha registrato il numero record di transiti di 74,7 milioni e quello di Changi (Singapore) è arrivato a 65,6 milioni.

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Gli occhi delle aziende sono puntati su quello che The Economist, anni orsono, ha definito il «sesto continente», il mondo, cioè, degli aeroporti internazionali - e delle persone che li frequentano - che si stanno trasformando in vere e proprie destinazioni turistiche e di intrattenimento.

Proprio dal Far East è partita Rancé. «Stiamo crescendo molto all’estero - commenta Giovanni Rancé, ceo, direttore creativo e settima generazione della maison - e ormai il 95% delle vendite dei profumi è generato fuori dall’Italia. Siamo già presenti in oltre 50 Paesi, e stiamo ulteriormente entrando in nuove aree, ancora poco esplorate, come la Bulgaria e la Nigeria». Tra gli obiettivi dell’azienda anche quello di concentrarsi nello sviluppo del canale travel retail nel quale è già presente con una ventina di corner in scali come Changi Singapore, Klia Kuala Lumpur, Sochi e Mosca; e ai duty free di Phuket in Thailandia, dell’Ucraina, di Kuala Lampur e allo Shilla Main Store di Seoul si sono aggiunte le aperture, l’anno scorso, nei duty free di Hong Kong e Kazan’ in Russia. L’Asia Pacific è un mercato strategico anche per Ferragamo Parfums e per il marchio svedese Foreo che sta incrementando le sue presenze in tutta l’Asia.

Molto impegnati sul fronte del travel retail sono anche i grandi gruppi della bellezza, come Estée Lauder- i cui ricavi 2018 (13,4 miliardi di dollari, +16%) sono stati spinti proprio dal travel retail e dalle vendite nei mercati emergenti - e il gruppo L’Oréal. «Il numero crescente di viaggiatori e la crescita della middle class, soprattutto in Cina, e la rivoluzione digitale - commenta Vincent Boinay, managing director L’Oréal Travel Retail - rappresentano una grande opportunità per sviluppare i nostri marchi e offrire nuove esperienze ai consumatori -, come il pop-up party che abbiamo organizzato al negozio Yves Saint Laurent di Haitang Bay a Sanya in Cina o i saloni Kérastase aperti negli aeroporti di Parigi, Sao Paulo, Buenos Aires, Beirut e Bangkok. Per intercettare le nuove generazioni, poi, stiamo sviluppando una serie di eventi ad hoc come la campagna digitale indirizzata ai cinesi su WeChat lanciata negli scali europei».

Per il gruppo L’Oréal i ricavi 2018 - annunciati mercoledì - sono arrivati a 26,9 miliardi di euro, in crescita del 3,5% sul 2017 (+7,1% a tassi e perimetro costante).

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