9 febbraio 2019 - 19:22

Apple contro le app che spiano gli utenti: «Stop alla registrazione dello schermo dell'iPhone»

La casa di Cupertino è intervenuta dopo l'inchiesta di Techcrunch. Alcune app hanno usato un programma che riprendeva lo schermo dello smartphone quando le persone interagivano con il servizio. Una pratica che però non veniva comunicata agli utenti

di Enrico Forzinetti

Apple contro le app che spiano gli utenti: «Stop alla registrazione dello schermo dell'iPhone»
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Apple ha dato l’ultimatum agli sviluppatori di alcune applicazioni, attive in particolare nel settore dei viaggi: se non rimuoveranno gli strumenti che permettono di monitorare il comportamento degli utenti che usano queste app sull’iPhone, c’è il rischio che possano essere rimosse dall’App Store per non aver rispettato le regole.

Registrati i movimenti sullo schermo 

La presa di posizione della casa di Cupertino nasce da un’inchiesta di Techcrunch su una serie di applicazioni come Expedia, Hotels.com o Air Canada che non hanno mai segnalato in maniera chiara il monitoraggio dei comportamenti degli utenti attraverso un servizio della società Glassbox. Questa azienda ha sviluppato un software che permette letteralmente di registrare lo schermo dell’iPhone in modo da capire come le persone interagiscono con l’applicazione, monitorando ogni pulsante premuto e tasto selezionato.  In aggiunta al fatto che i clienti dei servizi non erano al corrente di queste cosiddette «session reply», è stato rivelato anche un altro particolare. In queste registrazioni, che in alcuni casi erano inviate direttamente ai server delle aziende mentre in altri rimaneva sul cloud della stessa Glassbox, non sempre venivano mascherati i dati sensibili inseriti, come password e numeri di carte di credito. In questo modo si esponevano potenzialmente le persone al furto o al riutilizzo di queste informazioni. 

Intervento repentino 

La casa di Cupertino è così scesa in campo per ribadire che il rispetto della privacy è uno dei valori principali di Apple, la quale non può permettere che alcune applicazioni possano registrare attraverso software di analytics i comportamenti degli utenti e utilizzare queste informazioni senza che queste persone ne siano a conoscenza. Un commento sulla vicenda è arrivato anche dalla stessa Glassbox, sottolineando che i suoi servizi non puntano a carpire i dati dei singoli utenti ma a fornire informazioni utili alle aziende per migliorare il funzionamento delle loro applicazioni. Inoltre la società ha anche spiegato che non obbliga i suoi clienti a rendere noto che fanno utilizzo dei suoi servizi. 

L'app incriminata

Apple si è trovata perciò nuovamente a dover intervenire in difesa della privacy dei propri utenti dopo che pochi giorni fa era emerso come Facebook avesse pagato alcuni adolescenti per installare un’applicazione chiamata Facebook Research che registrasse le informazioni sull’utilizzo delle app dello stesso social, di Instagram e WhatsApp quando si usava l’iPhone. Cupertino aveva poi rimosso l’app dal suo Store.

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