9 febbraio 2019 - 08:58

Chi è Luigi Federico Signorini, il vicedirettore al centro dello scontro su Bankitalia (e perché i 5Stelle non lo vogliono)

Nell’ultimo dei fronti aperti nel governo c’è quello per la riconferma dell’altro dirigente di palazzo Koch, l’uomo della finanza che in passato ha criticato sia il reddito di cittadinanza che Quota 100. Chi lo difende e cosa succede adesso

di Francesca Gambarini

Chi è Luigi Federico Signorini, il vicedirettore al centro dello scontro su Bankitalia (e perché i 5Stelle non lo vogliono) Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco (D) con il vice direttore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini (S)
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L’ultimo scontro interno al governo giallo-verde si è aperto sulla riconferma dei vertici di Bankitalia, in particolare sul nome di Luigi Federico Signorini, vicedirettore dell’istituto di via Nazionale. In particolare, sono i Cinque Stelle, con Luigi Di Maio e il ministro Fraccaro, ad aver dato lo stop, in nome della necessità di un segnale di discontinuità. Signorini scade l’11 febbraio, lunedì prossimo.
A difesa del dirigente si è invece schierato il titolare del dicastero dell’Economia, Giovanni Tria, interrogando i 5Stelle sull’opportunità di una ingerenza del governo nei confronti dell’istituto proprio sul tema delle nomine. Gli ha dato man forte il premier Conte, che avrebbe sottolineato la necessità di non cambiare gli equilibri esistenti in Bankitalia. A favore della riconferma anche il sottosegretario alla presidenze del Consiglio, il leghista Giorgetti.
Sabato, al termine della cerimonia del Giorno del ricordo al Quirinale, il premier Conte avrebbe risposto: «Stiamo approfondendo», a proposito della conferma o meno del dirigente, segno forse che il nodo non è stato ancora sciolto e le tensioni nell’esecutivo permangono.

I motivi dello scontro e l’iter ancora aperto

Sulla decisione pesano probabilmente da un lato le ultime posizioni critiche del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che, nel suo intervento al Congresso Assiom Forex, nei giorni scorsi, ha lamentato come «l’incertezza sulla politica di bilancio non si sia dissipata». Allo stesso tempo, i Cinque Stelle non avranno dimenticato le posizioni critiche di Signorini su Quota 100 e Reddito di cittadinanza, espresse fin dall’autunno scorso. «Una misura dagli effetti graduali e modesti», era stato il suo giudizio sul sussidio anti-povertà, cavallo di battaglia dei Cinque Stelle. La Lega, però, sembra non starci. E si è fatta sentire, contestando due punti al M5S: un simile diniego va motivato e, anche se così fosse, si rischierebbe di ledere l’indipendenza della banca centrale, fissata dai Trattati Ue.
Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, partendo dal nodo Signorini, avrebbe anche fatto una riflessione sulla tenuta del governo: «Così non arriviamo neanche a fine mese», avrebbe avvertito agli alleati.
Al momento, però, l’iter per il rinnovo di Signorini resta aperto, non essendo giunto nessun diniego formale.

Chi è il dirigente

Luigi Federico Signorini, 63 anni, ha studiato economia all’Università di Firenze, dove si è laureato nel 1979, e alla Harvard University, con una borsa Mortara della Banca d’Italia, . Nel 1982 entra nel Servizio Studi della Banca d’Italia,
dove si occupa dapprima di struttura e politica industriale e poi di analisi congiunturale, sviluppando nuovi strumenti analitici e previsivi. Passa alla vigilanza bancaria e finanziaria nel 2008, nell’ambito della riforma di quell’area: dapprima come capo del servizio Normativa e politiche di vigilanza, dove segue gli interventi successivi alla crisi e, tra l’altro, dà impulso alla normativa sulla trasparenza bancaria.
Oggi condivide la carica di vicedirettore di Banca d’Italia con Fabio Panetta (rinnovato lo scorso ottobre) e Valeria Sannucci (in scadenza a maggio). Insieme al governatore Ignazio Visco, i tre fanno parte del Direttorio della banca, insieme anche al direttore generale Salvatore Rossi. Il mandato dura sei anni ed è rinnovabile una volta sola. Il rinnovo di Signorini è stato proposto dal Consiglio superiore dell’istituto il 16 gennaio e deve però essere confermato dal premier di concerto con il ministro del Tesoro con un decreto che deve essere infine ratificato dal Quirinale.

Le critiche alle misure giallo-verdi

Signorini interviene spesso e per lo più sui temi di finanza pubblica e partecipa alle audizioni parlamentari sulla legge di Bilancio, sul Def e sui maggiori provvedimenti di politica economica. Il suo atteggiamento critico e rigoroso si è visto, per esempio, lo scorso ottobre, quando in audizione in Parlamento sul Def, aveva chiesto di non smantellare la legge Fornero e aveva rilevato che l’aumento del costo del debito pesa su famiglie e imprese. L’alto dirigente di palazzo Koch era stato critico anche sul Reddito di cittadinanza; nella stessa occasione aveva detto: «strumenti come il reddito di cittadinanza nella media dei Paesi europei sono un beneficio sotto il 50% della soglia di povertà. Il perseguimento dell’obiettivo di protezione sociale non deve disincentivare l’offerta di lavoro e proprio per questo determinante è il livello del beneficio rispetto al salario potenziale che il lavoratore sarebbe in grado di guadagnare sul mercato.

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