Roma

Manuel Bortuzzo, i due arrestati in silenzio davanti al giudice. "Spararono per uccidere"

Una foto pubblicata sul profilo Facebook di Franco Bortuzzo, padre di Manuel (ansa)
Il giudice ha convalidato il fermo e riconosciuto la premeditazione. "Confessione inverosimile, indagati reticenti". La difesa: "Stanno male per quanto hanno fatto"
2 minuti di lettura
Sono rimasti in silenzio davanti al giudice durante l'interrogatorio di Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, i due giovani di Acilia che hanno sparato nella notte tra sabato e domenica fuori da un locale in zona Axa ferendo gravemente il nuotatore Manuel Bortuzzo, rimasto paralizzato.

I due, ai quali viene contestato il reato di tentato omicidio con l'aggravante della premeditazione, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere all'interrogatorio davanti al gip per la convalida del fermo. 

Bortuzzo, i responsabili non rispondono al gip: "Con la loro confessione hanno già detto tutto"


Il gip Costantino De Robbio ha convalidato il fermo disponendo il carcere e riconoscendo per i due sia il reato di tentato omicidio che la premeditazione."La ricostruzione del fatto in termini di tentato omicidio appare inconfutabile allo stato essendo stati esplosi numerosi colpi di arma da fuoco verso le parti vitali della vittima, con evidente intento di ucciderla e non di ferirla", ha scritto il giudice nell'ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto il carcere.

Secondo il giudice i due hanno ammesso ogni responsabilità rilasciando "dichiarazioni che appaiono del tutto inverosimili", fornendo una "ricostruzione del movente" in modo "gravemente lacunosa" al di là "dell'ostinata reticenza sul dante causa dell'arma (dichiaratamente rinvenuta per strada)". A non convincere il gip è anzitutto "la circostanza che vedrebbe Marinelli invitare l'amico a tornare sul luogo dove era appena stato aggredito per reagire, luogo dal quale a detta loro erano appena scappati, nonchè sulla circostanza che lo stesso Marinelli avrebbe preso la pistola di nascosto da Daniel che poi non avrebbe nemmeno chiesto all'amico dove aveva preso l'arma nei tre giorni successivi al fatto".
.

Secondo il gip De Robbio, "appare dunque evidente che i due, una volta appreso dagli organi di stampa del ritrovamento dell'arma con (verosimilmente) le impronte di Marinelli abbiano deciso di costituirsi provando a circoscrivere la responsabilità al solo sparatore, senza riuscire a fornire però una ricostruzione dei fatti minimamente convincente". Da qui la conclusione del magistrato "dell'assoluta pericolosità dei due indagati che, dopo aver programmato un omicidio non riuscito per cause indipendenti dalla loro volontà, hanno poi ideato un piano tendente a garantire almeno parzialmente la loro impunità dimostrando la proclività al delitto e l'assoluta mancanza di resipiscenza".

"Non hanno risposto alle domande del gip, perchè quello che avevano da dire lo hanno già detto mercoledì sera in Questura", ha spiegato il legale Giulia Cassaro uscendo dal carcere di Regina Coeli. "Stanno male per quanto hanno fatto, come hanno già dichiarato l'altra sera", ha detto poi l'avvocata. Secondo quanto riferito alla polizia da un residente di piazza Eschilo, dopo aver sparato alla promessa del nuoto Manuel Bortuzzo, i due hanno gridato: "E ora questa piazza è nostra".

Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, è arrivato all'ospedale San Camillo di Roma per fare visita al giovane nuotatore Manuel Bortuzzo, ricoverato in terapia intensiva dopo essere stato colpito alla schiena da un proiettile all'Axa.