Politica

Piacenza, tre militanti di un collettivo indagati per cartelli contro un assessore

Il 25 aprile hanno accusato il leghista Zandonella di avere affidato un spazio comunale all'estrema destra e di avere partecipato ad un raduno di nazifascisti. Ed è scattata l'inchiesta

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ROMA - Indagati per diffamazione a Piacenza per avere esposto cartelli contro un assessore comunale. Capita a tre attivisti di un centro sociale piacentino, il ControTendenza, che lo scorso 25 aprile, durante le celebrazioni della Liberazione, hanno contestato in piazza l'assessore alla Sicurezza Luca Zandonella, 29 anni, leghista.

Hanno anche mostrato anche due cartelli dove si leggeva: "L'assessore Zandonella organizza raduni nazifascisti" e "La Giunta Barbieri chiude spazi sociali e li assegna ai nazifascisti". Riferimento a un luogo di aggregazione giovanile, lo Spazio 4, che era gestito dall'Arci e che l'amministrazione comunale, dopo un bando contestato e una gara con un unico concorrente ha assegnato all'associazione Placentia Superbia.

L'assessore non ha gradito i cartelli e il contenuto: e ha denuniciato i tre militanti per diffamazione. Militanti che ieri si sono visti recapitare l'avviso di garanzia. Ma il collettiivo ControTendenza non molla e di Zandonella scrive: "Un vero cuor di leone, o forse, come da disneyana memoria, più simile alla macchietta del potere rappresentata dal principe Giovanni". 

Il collettivo spiega poi la sua versione dei fatti, la genesi dei cartelli incriminati e attacca l'assessore scrivendo che  "all'inaugurazione della nuova gestione del luogo di ritrovo giovanile comunale vi era stata una sfilata di leader e militanti dell'estrema destra cittadina, con in testa Casa Pound"

E si aggiunge: "Per non parlare del vero e proprio 'Zandonella raduno' dell'estrema destra da lui presieduto sotto le insegne di  'Defend Europe', gruppi identitaristi di estrema destra, nati per ostacolare le operazioni di soccorso sulle rotte della migrazione che approdano in Europa".

Fatti che fanno dire al Collettivo "che la denuncia abbia speranze in sede giudiziaria ci pare difficile, mentre palese risulta l'attacco alla libertà di espressione e simbolica la scelta di un fatto avvenuto in quel 25 aprile così inviso a Zandonella e soci". 

Una vicenda locale che però dimostra  la tensione che si respira in una città dove nel marzo del 2018, durante una manifestazione contro l'apertura di un circolo di Casapound, ci  furono scontri con un carabiniere picchiato mentre era a terra.
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