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Pil, Tria contestato: 'C'è battuta d'arresto più che recessione'

"Il taglio della previsione è spiegato per 0,6 punti dai dati peggiori del previsto per la seconda metà 2018 e per solo 0,4 punti da una valutazione meno ottimistica del profilo trimestrale di crescita nel 2019. La commissione è quindi solo lievemente meno ottimista sulla crescita futura e ha solo preso atto dell'inatteso peggioramento ciclo economico sul finale del 2018". Lo dice il ministro dell'Economia Giovanni Tria, sottolineando che i "fattori negativi non appaiono destinati a perdurare ed esistono le possibilità per una graduale ripresa della crescita economica nel 2019".

Rivedi l'informativa del ministro dell'Economia Giovanni Tria

Diverse interruzioni e qualche fischio in Aula alla Camera durante l'informativa del ministro dell'Economia Giovanni Tria. Nella parte finale dell'intervento si è consumato anche un vero e proprio battibecco fra il ministro e il deputato di Forza Italia Renato Brunetta: "Stai zitto", ha detto il responsabile del Tesoro rivolgendosi al collega di Fi. Subito il rimprovero di Fico: "La parola la do io, lei ministro non può dire di star zitto a un deputato". Successivamente sono arrivate le scuse.

"Con la pubblicazione della stima preliminare dei conti trimestrali per il quarto trimestre 2018 l'Istat ha reso noto che il Pil reale è diminuito dello 0,22% facendo seguito alla marginale flessione del terzo trimestre. Sottolineo che si tratta di una stima preliminare, che segnala una fase di cosiddetta recessione tecnica. La flessione cumulata è comunque limitata a 0,36 punti percentuali" quindi si può parlare "di battuta d'arresto più che di vera recessione", ha affermato il ministro dell'Economia.

"Alla politica economica e all'azione del governo spetta il compito di creare migliori condizioni per evitare contrazioni dell'economia e riprendere il sentiero crescita nei prossimi trimestri. Abbiamo a disposizione diversi strumenti per avviare crescita".

Se ci fosse un rallentamento dell'economia "non si manifesterebbe la necessità di una manovra" correttiva perché "un eventuale sforamento se dovuto a un peggioramento del ciclo" causa "un allargamento dell'output gap e non impatta sul saldo strutturale" parametro per valutare il rispetto delle regole Ue.

Il risultato di fine 2018 "inevitabilmente si estende all'anno in corso, portando in eredità un trascinamento statistico di -0,2%, del quale si dovrà tenere conto al fine dell'aggiornamento delle stime. Tuttavia la flessione in atto potrebbe attenuarsi già nel trimestre in corso che potrebbe "tornare in territorio positivo", ha affermato il ministro dell'Economia

"Sappiamo tutti che per un Paese perdere la fiducia è facile ricostruirla richiede tempo" e quindi è "necessario scommettere su una rapida riapertura dei cantieri dando segnale chiaro e concreto", ha sottolineato Tria nell'informativa alla Camera, sottolineando che vanno create "le condizioni per una immediata ripartenza".

"La transizione verso veicoli meno inquinanti è un fenomeno positivo ma essa deve essere ordinata e prevedibile, si deve anche prestare grande attenzione al lato dell'offerta, ovvero al ruolo del nostro Paese come centro di produzione di mezzi di trasporto di nuova generazione".

"Il taglio della previsione è spiegato per 0,6 punti dai dati peggiori del previsto per la seconda metà 2018 e per solo 0,4 punti da una valutazione meno ottimistica del profilo trimestrale di crescita nel 2019. La commissione è quindi solo lievemente meno ottimista sulla crescita futura e ha solo preso atto dell'inatteso peggioramento ciclo economico sul finale del 2018". Tria ha poi sottolineato che i "fattori negativi non appaiono destinati a perdurare ed esistono le possibilità per una graduale ripresa della crescita economica nel 2019".

"Siamo fiduciosi che lo spread possa continuare a ridursi nel contesto di condizioni di mercato più distese", ha aggiunto Tria.

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