Il primo dei due pullman con a bordo i 50 migranti da trasferire oggi, ha attraversato il cancello di uscita del Cara di Mineo alle 11,10, scortato da mezzi dei carabinieri. Altri 19 sono partiti con il secondo bus poco dopo le 13,30. In questo secondo caso avrebbero dovuto essere 25 ma in 6 non si sono presentati e si presume che abbiano volontariamente lasciato la struttura prima di essere portati via. Domani, comunque, altri 6 migranti saranno trasferiti, come ha spiegato il direttore del Cara, Francesco Magnano, secondo cui i 6 che non si sono presentati oggi «hanno perduto il diritto all’accoglienza in strutture governative, ma possono rimanere in Italia fino a che hanno un regolare permesso di soggiorno».

Stamattina, comunque, l’operazione svuotamento del Cara di Mineo è cominciata. I 50, 44 in realtà, tutti uomini e senza familiari, proveninenti - come ha fatto sapere il Viminale - da Gambia, Nigeria, Guinea, Senegal, Mali, Costa d’Avorio e Benin, sono stati portati nei Cas, i centri di assistenza straordinari, di Siracusa, Ragusa e Trapani e ci resteranno fino a quando i loro permessi di soggiorno saranno validi. Tutti sono in attesa dell’esito del ricorso al diniego della richiesta d’asilo. A salutarli, mentre il pullman percorreva i vialetti del Cara, c’erano alcune decine di migranti ospiti della struttura che si trova a sud di Catania. Imponente la presenza di forze dell’ordine ma i due trasferimenti sono avvenuti senza alcun disordine.

Cosa accadrà dopo, nessuno sa dirlo. Il 17 e il 27 febbraio dal Cara partiranno altri migranti, 150 il numero totale di trasferimenti in questo mese. Altre partenze sono previste, ma non ancora programmate, per i mesi a seguire, con l’obiettivo dichiarato dal ministro dell’Interno Salvini di arrivare alla chiusura del Cara entro l’anno. Dall’interno della struttura, tuttavia, si ritiene che la chiusura possa avvenire anche prima perchè dopo queste prime partenze non ci saranno più ostacoli di natura burocratica e i contratti con le ditte che hanno in appalto i servizi potranno essere rescissi senza penali. Inoltre, ogni giorno ospiti del Cara lasciano la struttura volontariamente, nel timore di essere espulsi: negli ultimi 4 mesi sono andati via così 600 migranti.

Davanti al Cara, ad attendere l’uscita dei primi migranti, non c’erano manifestanti come era avvenuto qualche settimana fa a Castelnuovo, vicino Roma, ma solo giornalisti e telecamere. C’era anche il sindaco di Mineo, Giuseppe Mistretta, che ha ribadito la sua richiesta al ministro dell’Interno: «Dal ministro Salvini vorrei un riconoscimento per il nostro territorio che è stato così pesantemente violentato dallo Stato - ha detto - indipendentemente dai governi che si sono susseguiti, e che oggi ha necessità di avere i giusti riconoscimenti per i sacrifici fatti. Siamo italiani come gli altri, più degli altri perché abbiamo fatto il nostro dovere in silenzio. Lo Stato non ci lasci ora le macerie che qui ha creato». Il sindaco nei prossimi giorni dovrebbe avere un incontro con i vertici del Viminale.

Oggi si è saputo che la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatovic nei giorni scorsi ha scritto una lettera al premier Conte in cui si dice preoccupata per le modalità di sgombero, il mese scorso, del Cara di Castelnuovo perchè può «mettere fine agli ammirevoli sforzi fatti negli anni passati dai servizi sociali per l’integrazione e riabilitazione». Analoga preoccupazione, la commissaria ha espresso per la chiusura dei porti italiani ai migranti.

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