7 febbraio 2019 - 08:26

Venezuela, Di Maio risponde a Guaidó: «Noi neutrali fino al voto»

«Siamo ben consapevoli che il Venezuela sta attraversando un periodo storico complesso e doloroso». «Ma siano i venezuelani a decidere del loro futuro, in modo pacifico e democratico e soprattutto alle urne»

di Franco Stefanoni

Luigi Di Maio (Ansa) Luigi Di Maio (Ansa)
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«Ritengo necessario che il governo italiano mantenga una linea di neutralitą e di non ingerenza sul processo che condurrą alle elezioni in Venezuela». Queste le parole di Luigi Di Maio in risposta alla richiesta di Juan Guaidó, presidente autoproclamato del Venezuela in contrapposizione a Nicolįs Maduro oggi alla guida del Paese dopo elezioni contestate e una situazione economica allo sbando. Guaidó si era rivolto all’Italia, che a differenza della Ue e in particolare di Paesi come Gran Bretagna, Francia e Spagna, non si č schierata a favore del presidente autoproclamato. La situazione nel Paese sudamericano č al collasso economico e politico e anche Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, ha chiesto di sciogliere le incertezze. Di Maio, in una lettera pubblicata dall’Avvenire, spiega oggi il proposito dell’esecutivo italiano di voler incoraggiare il dialogo tra le parti, di non alimentare la divisione a livello internazionale, rifacendosi alle parole di papa Francesco quando parla appunto di dialogo. «Siamo ben consapevoli che il Venezuela sta attraversando un periodo storico complesso e doloroso», ricorda il vicepremier M5S, «al riguardo č mia piena convinzione che il governo italiano debba evitare ogni ingerenza esterna e come ha gią fatto rendersi disponibile come mediatore tra le parti per aiutare il Venezuela a tracciare un percorso comune di legittimazione politica che arrivi attraverso nuove elezioni, libere e monitorate da organismi internazionali». Di Maio ricorda come il ministro degli Esteri, Moavero, sarą a Montevideo per partecipare al vertice ministeriale del gruppo di contatto internazionale su Venezuela in calendario domani. «Siano i venezuelani a decidere del loro futuro, in modo pacifico e democratico e soprattutto alle urne».

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