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Motocross, Cairoli: "Sfido Rossi a chi vince prima il decimo Mondiale"

Toni Cairoli 
Il pilota, grande amico del campione della Yamaha, ha intrapreso una lotta a distanza su chi raggiungerà per primo il decimo titolo del Mondo: "Non penso al ritiro, stimoli arrivano dalla passione"
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MILANO - Tony Cairoli come Valentino Rossi: chi dei due arriverà per primo a quota 10 titoli mondiali vinti? Il pilota siciliano, 33 anni, alfiere del motocross italiano, inizierà l'inseguimento tra un mese in Argentina, dopo il secondo posto della scorsa stagione alle spalle di Jeffrey Herlings. In parallelo, oltre a sognare il Mondiale che lo porterebbe in doppia cifra, chiede più spazio mediatico alla sua disciplina: "In pochi sanno quanta fatica facciamo noi piloti di motocross", dice in un hotel di Milano mentre fa il punto dopo le prime gare dell'anno disputate nell'ambito del circuito italiano.

Il pilota siciliano, che vive sul litorale romano a Santa Marinella, è accompagnato dal suo staff e dalla moglie Gill Cox, olandese nata in una famiglia di piloti. A fare il tifo per lui, oltre a tanti appassionati, anche una pattuglia di calciatori, appassionati di motocross, guidati da Dybala.

Cairoli, riparte la caccia al decimo mondiale.
"Si. L'obiettivo è quello - dice il campione delle due ruote che fa parte del team degli atleti Red Bull, multinazionale austriaca, stessa nazionalità della sua scuderia KTM - nel ruolino di marcia procede tutto bene. Abbiamo ancora un mese di test dopo le gare in Sardegna e a Ottobiano. Domenica sarò in pista a Mantova. Queste gare italiane sono molto competitive. Ci sono ex campioni del mondo al via. Cercheremo di stare più all'occhio possibile per migliorare".

L'avversario più pericoloso è Herlings?
"Come sempre, il rivale numero uno è chi ha vinto l'anno precedente. Ma occhio anche a Tim Gejser e Romain Febvre".

La rivalità tra lei ed Herlings è stata paragonata a quella tra Rossi e Marquez: c'è qualche somiglianza?
"Ci sta, a partire dalla differenza di età. Herlings ha 9 anni meno di me. Nel motocross sono tanti. Anche se io ed Herlings corriamo per lo stesso team: KTM. E' questo obbliga a restare più tranquilli a gara finita. In pista invece sei pronto a uccidere per la vittoria".

Scherza con Rossi su questo inseguimento parallelo al decimo titolo?
"Sì. Tra di noi c'è sempre questa discussione a distanza su chi arriverà prima a 10 mondiali. Ma non è un problema. Basta che uno dei due ci riesca. Sarebbe un successo per l'Italia".

Nel motocross la differenza di età si sente più che in MotoGp?
"Senza dubbio. E' una disciplina nella quale occorre allenarsi di più. Anche per un amatore è lo stesso discorso: non può girare in una pista da cross senza un minimo di preparazione. Il cross per certi aspetti viene paragonato al triathlon come impegno fisico e frequenze cardiache. E' uno sforzo tosto. Ma lo sanno anche i piloti di MotoGp che è così perché hanno iniziato tutti a correre con il mini-cross: Valentino, Dovizioso, Melandri. Con qualcuno di loro ho corso insieme da bambino".

Cosa fa per allenarsi?
"Molta mountain bike e sessioni di 10 chilometri di corsa".

A proposito di bicicletta, lei e Nibali rappresentate l'orgoglio siciliano in due mondi diversi delle due ruote.
"Siamo amici io e Vincenzo. Entrambi messinesi. Lui del capoluogo, io di Patti in provincia. E' un grande orgoglio portare così la Sicilia nel mondo. Anche perché nel calcio non sta andando benissimo con le squadre più importanti".  

Per quale squadra fa il tifo?
"Nasco juventino perché Mario Rampulla, fratello di Michelangelo, ex portiere bianconero, è stato padrino di battesimo di mio nipote. Ma ho molti amici nel calcio, soprattutto giocatori che non si perdono una gara di motocross, come Strootman, Dybala, Sturaro e Bertolacci".

Si sente un testimonial italiano di questa disciplina molto spettacolare, ma poco valorizzata a livello mediatico?
"Sinceramente questo è un dispiacere. Infatti cerco di dare il meglio anche per portare più visibilità al mio sport. In passato le gare trasmesse hanno ottenuto buoni ascolti. Non ho capito perché non è stato replicato l'esperimento. E' una disciplina spettacolare. Almeno i risultati nei tg sportivi potrebbero darli. Interessa agli appassionati, ma non solo".

Come fa a trovare ancora la forza di allenarsi così duramente dopo nove mondiali vinti?
"E' soprattutto una questione di passione. E di divertimento. Nel mondo del cross si sta bene. La mia famiglia ormai è quasi completamente coinvolta nella mia attività. E anche tra piloti di team diversi il rapporto è amichevole. Ci alleniamo insieme tra corsa e palestra, messa da parte la rivalità delle corse. Poi questa è la mia vita.  Avevo 6 anni quando ho vinto la mia prima gara. Premio? Qualche pezzo di ricambio per la moto. Allora non era così facile trovarli".

Fino a che età vorrebbe continuare?
"Ho un contratto fino al 2020. E poi dipenderà dai risultati. Ovviamente è difficile smettere se vedi che riesci a stare fra i primi tre del mondo".

In Italia le strutture per gli appassionati di motocross non sono il massimo: come è la situazione?
"Non buona. Abbiamo impianti antichi. Sono poche le piste nuove, a parte Ottobiano. C'è molta burocrazia. Lunghi iter autorizzativi. All'estero andava forte il Belgio. Però i Verdi hanno organizzato battaglie politiche contro le piste. Adesso ne sono rimaste solo quattro. Così il paradiso europeo del motocross ora è la Francia".

All'orizzonte vede un nuovo Cairoli in Italia?
"Qualcosa c'è. Ci sono ragazzi interessanti come Facchetti e Scuderi".

Le piacerebbe allestire un ranch come Rossi a Tavullia per allenare le giovani speranze?
"Non ho tempo. Noi dobbiamo allenarci di più".

Al di là di gare e allenamenti cosa le piace fare?
"Pescare, sia in apnea che in barca. In Sicilia o a casa mia a Santa Marinella. Oppure all'Argenteria. Mi piace pescare soprattutto i tonni. E' il pesce che ti dà più adrenalina". Ma è superfluo dire che la pesca più bella sarebbe quella del decimo mondiale.
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