21 gennaio 2019 - 14:28

Elezioni in Sardegna, Frailis: «Ho vinto da indipendente, senza grandi big del Pd al mio fianco»

Storico giornalista della tv del Gruppo Unione Sarda, 62 anni, si è presentato sotto il simbolo di Progressisti di Sardegna. Il suo nome ha riunito l’intero centrosinistra: «La coalizione era composta da 11 formazioni, si sono impegnati tutti»

di Alberto Pinna

Elezioni in Sardegna, Frailis: «Ho vinto da indipendente, senza grandi big del Pd al mio fianco» (Ansa)
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CAGLIARI – «L’ho chiesto, anzi preteso, come condizione per accettare la candidatura: che non venisse da Roma nessuno dei leader del Pd. E che nel simbolo di Progressisti per la Sardegna non ci fosse il logo del partito». Andrea Frailis ha replicato la scelta di Massimo Zedda, che per la candidatura a sindaco di Cagliari non aveva voluto a suo fianco in campagna elettorale Renzi né grossi calibri del centro sinistra. E, come Zedda, contro ogni previsione, ha stravinto: 40 per cento, contro il 29 di Luca Caschili (5Stelle) e il 28 di Daniela Noli (centrodestra). Frailis, 62 anni, volto conosciuto del TG di Videolina porterà a Montecitorio gessato grigio e pochette bianca che immancabilmente lo ha accompagnato in 40 anni di apparizioni televisive. «Me la sono voluta giocare alla maniera tradizionale. Gli altri hanno schierato Salvini, Berlusconi e Di Maio? Io ho detto no alle parate elettorali. Ho incontrato la gente per strada, ho evitato facili promesse, ho visto tanta gente che è stanca di quelle che sta facendo il governo, ho parlato di problemi. Il risultato mi ha dato ragione».

Senza la targa del Partito Democratico, da indipendente?
«Senza targhe. Ma non rinnego il mio passato. Sono stato iscritto alla Federazione giovanile comunista negli anni ’70. Poi brevemente anche al Pci, ma non ho rinnovato la tessera quando ho cominciato a fare il giornalista, nel 1976. Così per 40 anni. Lo scorso anno sono andato in pensione e mi sono iscritto al Partito Democratico. Mi sento come uno di quelli che una volta si chiamavano indipendenti di sinistra. Mi iscriverò al gruppo Pd della Camera. Ma certo la visibilità che per 40 anni mi ha dato la tv mi ha molto giovato».

Il Pd comunque l’ha sostenuto…
«La coalizione di centro sinistra era composta da 11 formazioni: si sono impegnati tutti».

Non hanno votato più di 8 elettori su 10. La sua è una vittoria a metà?
«No, l’astensione paurosa è segno che c’è molta sfiducia nelle istituzioni. Dobbiamo molto lavorarci sopra. Ma l’astensione c’era per me come per gli altri candidati».

A Cagliari città ha avuto il risultato migliore, 10 mila voti e ha doppiato centrodestra e 5Stelle. Merito del sindaco Massimo Zedda?
«Massimo mi ha aiutato, ma anche per lui è valsa la regola “niente big”. Non abbiamo fatto manifestazioni pubbliche insieme. Io comunque sono a sua disposizione per le regionali del 24 febbraio, lui è candidato presidente, ha amministrato bene Cagliari, sono convinto che si possa tranquillamente ripetere l’exploit di ieri. Tutte le previsioni per le regionali non danno il centro sinistra favorito. Anche io sono stato indicato come vittima sacrificale, come sicuro perdente. Poi si è visto come è andata…».

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