Roberto Saviano ha annullato due incontri pubblici a Reggio Emilia. Lo scrittore era stato invitato dalla fondazione “I Teatri” a presentare il suo libro su Giovanni FalconeSolo è il coraggio: un incontro al Teatro Municipale Valle e un confronto con un gruppo di studenti. Le motivazioni sono state raccontate in una lettera: “Rinuncio adesso perché vivere in queste settimane occasioni pubbliche, per me, è difficile. L’esposizione fisica preoccupa me e chi mi sta attorno perché l’odio è tangibile e non esiste alcuno scudo: chi dovrebbe difendere spazi di libertà e democrazia è impegnato a nascondere le macerie di un percorso politico, culturale e intellettuale che non ha saputo creare ponti, ma solo disgregazione”.

Saviano, nella lettera indirizzata alla fondazione, spiega di sentirsi sotto attacco, a causa delle controversie giudiziarie – ancora attive – con alcuni esponenti del Governo. “Ben cinque le azioni giudiziarie pendenti da parte di ministri di questo governo. Chiunque, al mio posto, ne sarebbe paralizzato”, ha detto lo scrittore. È ancora in piedi, infatti, il processo nato dopo la querela di Giorgia Meloni che era stata definita “bastarda” dallo scrittore durante un’intervista rilasciata a Piazza Pulita nel 2020. “Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle ong: “taxi del mare”, “crociere”… viene solo da dire bastardi. A Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così? È legittimo avere un’opinione politica ma non sull’emergenza”, aveva dichiarato Roberto Saviano. Nello stesso processo, l’attuale Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, si è costituito parte civile. Un’altra causa è quella con Gennaro Sangiuliano. Già nel 2018, a seguito di uno scontro tra i due, Sangiuliano aveva querelato Saviano. Ora, secondo lo scrittore, potrebbe esserci una nuova querela: “Il ministro della Cultura mi ha poi minacciato nuovamente, di altro processo, per le critiche rivolte recentemente a lui”.

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