15 dicembre 2018 - 21:44

Palermo, speleologa ferita e bloccata in una grotta a 100 metri di profondità

La donna, 45 anni, è caduta nell’Abisso del Vento. Stava compiendo un’escursione con altri 8 compagni. In corso le operazioni di soccorso

di Felice Cavallaro

Palermo, speleologa ferita e bloccata in una grotta a 100 metri di profondità
shadow

È precipitata in una grotta chiamata l’Abisso del vento. A cento metri di profondità. E si è temuto il peggio per una speleologa di 45 anni partita ieri per una escursione con altri sette colleghi dalle pendici dell’Etna, dalla città di Bronte. Ore drammatiche alle pendici di un altro monte al centro delle Madonie, un’ora da Palermo, Cozzo Balatelli, l’area scelta intorno al comune di Isnello dagli otto speleologi ieri pomeriggio per un’avventura che ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Con 30 operatori del corpo nazionale del soccorso alpino e decine di vigili del fuoco impegnati fino a notte fonda per estrarre dalla grotta G.C., una gamba fratturata. Tutti con il cuore in gola, amici e parenti allarmati.

L’incidente e l’allarme

Quando la donna ha messo male un piede, scivolando giù per l’anfratto di quell’abisso che avrebbe dovuto scoprire lentamente con corde e torce, i suoi compagni hanno capito che sarebbe stato impossibile salvarla da soli. La bocca della grotta stretta, il percorso tortuoso e lungo due chilometri, le nubi cupe che già oscuravano il cielo vicino al tramonto, non una linea di campo per i cellulari. E lei, che si lamentava dolorante, senza riuscire a muoversi, cosciente di quanto stava accadendo e dei pericoli incombenti, da sportiva allenata, da appassionata di lungo corso di acrobatiche esplorazioni. Per questo in due sono rimasti accanto a lei, cercando di confortarla, mentre altri cinque hanno cominciato la risalita per lanciare, appena possibile, l’allarme. E così è stato: hanno chiamato il Soccorso alpino, i Vigili del fuoco, gli amici della sezione speleologica di Catania. Poi non restava altro da fare se non fissare un punto di incontro con i primi rinforzi giunti con barelle, carrucole e cavi adeguati, compreso un sistema di comunicazione capace di collegare il fondo della grotta con l’esterno.

I soccorsi e il sollievo

Ma erano già le otto di sera con un freddo pungente sotto Isnello, il suggestivo borgo medievale famoso anche per un osservatorio astronomico a pochi chilometri dalla stazione sciistica di Piano Battaglia. E nell’incertezza del tempo necessario per completare l’operazione di soccorso seguita anche da Calogero Foti, il responsabile della Protezione civile in Sicilia, alcuni degli operatori hanno montato un vero e proprio campo base con tende pronte a essere utilizzate come rifugio. Sono stati un medico e due tecnici i primi a calarsi nella grotta e a raggiungere la donna. Dopo pochi minuti la comunicazione che ha sollevato gli animi di quanti affollavano il campo: «Solo una frattura tibio-peroneale. Imbarelliamo e cominciamo la risalita».

Operazione lenta seguita anche dagli operatori della decima delegazione speleo di Catania. Rincuorati dal sopraggiungere dei telefonisti, scesi giù anche loro per rendere sicure le comunicazioni nella notte, come dicono all’ufficio stampa del Soccorso alpino senza però rivelare le generalità complete della donna. Dopo aver posto un tutore alla gamba della speleologa, pronta ad essere accolta nel più vicino ospedale, è cominciata la risalita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT