Totoministri, per la Giustizia in lizza anche Nordio. Il no di Meloni all’ipotesi Moratti

di Marco Galluzzo

Tra i papabili per le Infrastrutture spunta il forzista Cattaneo. La Lega concentrata sull’Agricoltura, cresce Centinaio

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Giorgia Meloni ha sempre detto di non credere alle quote rosa. Nella storia dei governi repubblicani solo il primo governo Renzi è riuscito a centrare l’obiettivo della parità di genere, con otto donne su sedici ministri. Poi la rappresentanza femminile è ripresa a scendere: anche l’esecutivo di Mario Draghi è rimasto lontano dall’obiettivo, con otto dicasteri guidati da una ministra, otto su 23. La leader di Fratelli d’Italia, nonostante le riserve ideologiche, vorrebbe invece tornare ad alzare la media.

Forse anche per questo al ministero degli Esteri tutte le indiscrezioni continuano a scommettere su un ritorno di Elisabetta Belloni alla Farnesina: l’attuale capo del Dis, il dipartimento che coordina l’attività dei nostri servizi segreti, è ormai da alcuni anni considerata una riserva della Repubblica, con un lunga e apprezzata carriera diplomatica alle spalle, culminata nella guida istituzionale, come Segretario generale, del ministero degli Esteri. Ma in un ministero chiave, almeno fra quelli che andranno condivisi con il capo dello Stato, secondo una prassi che ha fondamenti costituzionali consolidati, andranno anche esponenti di Forza Italia: Antonio Tajani potrebbe aspirare anche lui a guidare la politica estera, o in alternativa approdare alla prima poltrona del Viminale.

La Lega, con Giulia Bongiorno, potrebbe prendere la Giustizia, che ha al vertice dell’organo di controllo, il Csm, proprio il presidente della Repubblica. Come del resto la Difesa, essendo Mattarella anche capo delle forze armate, che al momento viene data in quota Fratelli d’Italia, forse con Adolfo Urso, attuale presidente del Copasir. Sono ipotesi di un gioco di incastri in cui le fonti, almeno quello prevalenti, cercano più che altro di intuire, o provare a influenzare, i passi di queste ore di Giorgia Meloni. Lei a tutti i suoi interlocutori ha chiesto il massimo della riservatezza. Fra i ministri di Forza Italia sono sempre in pole position, almeno nei desideri di Berlusconi, sia Anna Maria Bernini che Licia Ronzulli.

In pista ci sarebbero anche Alessandro Cattaneo, per le Infrastrutture e Gian Marco Centinaio, per l’Agricoltura: una curiosità, l’azzurro e il leghista sono stati sindaco e vicesindaco di Pavia dal 2009 al 2014. Ma sui nomi circola di tutto e molto dipende anche dalla scelta o meno di fare due vicepremier, e dall’equilibrio che verrà trovato per le due presidenze del Parlamento. Salvini, se fosse numero due del governo, potrebbe aggiungere le deleghe del ministero del Lavoro. Mentre per il posto più delicato, quello dell’Economia, continuano a essere accreditati sia Fabio Panetta, oggi nel board della Bce, sia Domenico Siniscalco, già ministro nei governi Berlusconi. Anche Carlo Nordio sarebbe in corsa con la Bongiorno per guidare la Giustizia.

Lambisce la formazione del governo anche lo scontro politico in corso fra Letizia Moratti e Attilio Fontana, fra il governatore della Lombardia e la sua vice. Entrambi vogliono correre alle elezioni dell’anno prossimo per la Regione, il rapporto fiduciario fra i due si è ormai spezzato, l’ultimo tentativo in extremis di una ricomposizione sarebbe una richiesta della Moratti. Andare al governo, alla Salute. Ipotesi che Meloni ha già escluso.

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2 ottobre 2022 (modifica il 3 ottobre 2022 | 08:59)