Meloni - Berlusconi, l’incontro ad Arcore. L’«istruttoria» per mediare con i suoi alleati

di Paola Di Caro

La leader ieri da Berlusconi che chiede pari dignità con la Lega. Lei per ora ascolta le richieste senza sbilanciarsi sulle scelte

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Dicono che il suo stile sia «un po’ draghiano», non solo nelle ultime dichiarazioni — sulla guerra, sul caro energia — ma anche per come sta conducendo le molto ufficiose trattative per formare il governo.

Finora Meloni si è dedicata a una «istruttoria» sulle «aspirazioni» e le indicazioni che venivano da una parte da Salvini, dall’altra da Silvio Berlusconi, preceduto in verità da un faccia a faccia con Tajani che è stato il primo. E soprattutto, a tutti ha cercato di far capire quanto la situazione del Paese sia «seria», quanto occorra «responsabilità» da parte di tutti — nessun capriccio, nessuna lite, consapevolezza della fase emergenziale che si vive — e come si debba agire senza deragliare nelle parole come nelle richieste, perché ci sono ben altri problemi che le poltrone in ballo.

Quindi non ha fatto promesse: ha buttato lì qualche idea — chiedendo come la pensavano sull’ipotesi dei vicepremier o di concedere una camera all’opposizione — e ha ascoltato, per avere un quadro chiaro. Ma non si è scoperta molto su quelle che saranno le sue scelte finali. E che dovrebbero essere più chiare nei primi giorni della settimana, quando davvero la lista comincerà a essere messa nero su bianco e le caselle a essere occupate da uno o al massimo due nomi in alternativa. Ovviamente aspettando che il capo dello Stato le conferisca l’incarico, prima di far intuire le sue decisioni, e che le dia l’ok dicendo la sua.

Così, per quanto (poco) trapela, sarebbe andato anche il colloquio di ieri. Un gesto di cortesia di Meloni, che prima di arrivare alla Coldiretti è andata ad Arcore a trovare il leader azzurro per un caffè. Accolta calorosamente dal Cavaliere, dalla compagna Marta Fascina e da Licia Ronzulli, le due sempre presenti parlamentari che hanno molto lavorato per organizzare l’appuntamento, la leader di FdI ha ricambiato i complimenti che le sono stati fatti «per la bellissima campagna elettorale»: «Anche la tua, Silvio, è stata decisiva».

Un momento affettuoso, un colloquio che è andato anche «meglio del previsto» assicurano da FdI, che ha lasciato Meloni «molto ottimista» e ha prodotto una nota congiunta: clima di «grande collaborazione e unità di intenti», si è fatto «il punto» sulla situazione politica e si sono «approfonditi i dossier più urgenti all’ordine del giorno, a partire dal caro energia», che non preoccupa solo Meloni ma anche Berlusconi, perché il nodo è dei più delicati ed è quello, avrebbe detto alla leader di FdI, che «può davvero rendere molto difficile» la navigazione del governo. Comunque c’è stato anche confronto «sui prossimi passaggi istituzionali» e c’è unità di visione sulla necessità che «l’Italia abbia bisogno di un Governo di alto profilo».

In FI spiegano con quali richieste da parte loro: certamente Berlusconi ha ribadito la necessità di «pari dignità» con la Lega, al di là della diversa consistenza dei rispettivi gruppi parlamentari: tradotto in numeri significa più di quattro ministeri, di cui uno importante. Esteri, Difesa o Interni, uno dei tre deve esserci, per avere un ruolo cruciale: ufficialmente FI non dice no a Salvini al Viminale, ma in realtà si ritiene che un proprio esponente sarebbe pienamente all’altezza del compito. In pole position resta il più titolato della squadra, Tajani, in corsa anche per Esteri e Difesa o per lo Sviluppo economico. Anche perché, è la convinzione del Cavaliere, non si può criticare Draghi per aver formato un governo con tante figure tecniche e poi ripeterne lo schema affidando tutti i ministeri importanti a non politici. Ma Berlusconi avrebbe fatto, dicono da FdI, un «sacco di nomi», da Bernini a Cattaneo, Mandelli, Ronzulli, Barelli: il gruppo dirigente che secondo alcuni boatos non si sentirebbe abbastanza tutelato da Tajani. Su tutti, nessuna assicurazione: «Vedremo», più o meno il laconico commento di Meloni, che secondo voci sul «cerchio magico» avrebbe perplessità per ruoli di peso.

Sulle presidenze delle Camere, anche se Berlusconi su Facebook auspica «una vera unità nazionale», continua il no ad aperture all’opposizione: entrambe, è la posizione, dovrebbero andare alla maggioranza, una alla Lega e una a Forza Italia. Si vedrà se andrà a finire così.

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2 ottobre 2022 (modifica il 2 ottobre 2022 | 09:16)