TURISMO & shopping

Polo del lusso Ferragamo nel Quadrilatero fashion di Milano

di Vincenzo Chierchia

3' di lettura

Via libera del Comune di Milano al progetto del gruppo Ferragamo che ha come obiettivo la realizzazione di un polo del lusso (turismo, shopping e ristorazione) nell’ex Seminario arcivescovile di Milano.

L’annuncio è avvenuto a Cannes nel corso della rassegna internazionale sul lusso. «Dopo le intese preliminari con la Curia per la definizione di un affitto a lungo termine funzionale alla remunerazione dell’investimento abbiamo ottenuto ora il permesso a costruire da parte del Comune e possiamo prepararci ad entrare nella fase successiva, d’ora in avanti definiremo con la Curia i progetti esecutivi di recupero e sviluppo immobiliare, l’apertura del polo leisure è prevista entro il 2020» spiega Valeriano Antonioli, Ceo della Lungarno Collection hotels, la controllata nel settore alberghi del gruppo Ferragamo. L'ex Seminario arcivescovile di Corso Venezia 11, con ingresso anche da Via Sant'Andrea 10 - si legge in una nota - è il Seminario più antico in Europa, secondo nel mondo, costruito nel 1564 con una posizione strategica e centrale nel Qadrilatero fashion del capoluogo lombardo: appena varcato il grandioso portale barocco disegnato da Francesco Maria Richini nel 1652 si accede a un imponente piazza di circa 3mila metri quadrati incorniciata da un doppio loggiato di colonne.

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Il progetto prevede la nascita di un nuovo hotel Portrait (Portrait Milano), un boutique hotel. La compagnia - che fattura circa 36 milioni di euro - con Milano arriverà a quota 3 alberghi dopo Roma (14 suite) e Firenze (39 suites). Inoltre l'immenso edificio milanese ospiterà anche ristoranti, una galleria commerciale, un fitness & Spa e un'ampia area eventi, diventando così un vero e proprio polo di lifestyle nel cuore del Quadrilatero, aperto non solo agli ospiti del Portrait, ma a tutti i milanesi e agli ospiti della città, andando a modificare il flusso pedonale di tutto il Quadrilatero unendo Corso Venezia a Via Sant'Andrea. «Questo progetto rappresenta non solo una grande sfida da un punto di vista alberghiero, ma anche una grande responsabilità nei confronti di Milano.

Via al polo del lusso Ferragamo nel Quadrilatero fashion di Milano con il recupero del Seminario arcivescovile

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Saremo onorati di restituire questo luogo in tutta la sua bellezza alla sua città, alla cui storia appartiene profondamente oltre ad aggiungere una nuova via da percorrere in grado di collegare Corso Venezia con Via S.Andrea» aggiunge Antonioli. «Con Portrait Milano - aggiunge Leonardo Ferragamo, presidente della Lungarno Collection - abbiamo la possibilità di portare in un luogo eccezionale e soprattutto in una città sempre più centrale nel mondo questo speciale format di ospitalità che racconterà ai nostri ospiti le straordinarie qualità di questa città attraverso i percorsi di tanti uomini eccellenti che da qui hanno sprigionato tantissime energie che hanno fatto di Milano ciò che vediamo oggi». Un ruolo cruciale è stato giocato dallo Studio Mdl che fa capo all'architetto Michele De Lucchi, al quale Lungarno Collection ha affidato il progetto di recupero. «Chiuso all'inizio del XXI secolo, oggi l'ex Seminario di Corso Venezia è un gioiello incastonato nel tessuto urbano che in pochi conoscono e che merita di diventare una meta obbligatoria per chi visita Milano - commenta de Lucchi - eccezionali la valenza architettonica del colonnato e la perfezione rinascimentale delle proporzioni. Si tratta di un'architettura di grande rilievo dove arte del passato si combinerà con stili di vita contemporanea. Il nuovo nell'antico non deve emergere con preponderanza, ma integrarsi e servire per esaltare quanto di più bello soggiace nascosto dalle vecchie mura.

Nei tanti edifici estremamente manipolati negli anni e variamente ricomposti, il filo rosso della storia si interrompe spesso e va ricucito per ricostruire un'omogeneità estetica ma, soprattutto un'autenticità diacronica di tutto quello che le architetture hanno attraversato nei secoli, fino ad arrivare a essere utilizzate da noi uomini contemporanei».

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