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Salento alternativo, la Messapia: tra storia, cultura e mare d'inverno

Un viaggio nei dintorni di Muro Leccese, tra Otranto e Lecce, alla scoperta di un territorio ricco di beni archeologici e artistici, tra scavi, reperti, percorsi di trekking e tradizioni enogastronomiche.  
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L'intensità della luce non cambia, il sole è meno caldo, ma il mare è ancor più immenso, solitario e ti riempie lo sguardo, mentre il paesaggio ha colori stranamente accesi e inaspettati. Il fascino della terra salentina acquista altri connotati, ma non perde bellezza fuori stagione, anzi invita a guardarla con altri occhi e dà la possibilità di scoprire spazi diversi: siti artitistici, storici, archeologici e territori dell'entroterra impraticabili durante i mesi caldi. Quindi, concluso il periodo estivo, il salento non "chiude bottega" e continua ad offrire molto.Tra autunno e inverno si assaporano appieno le tradizioni culinarie e culturali legate alla vita contadina. Vari i percorsi che si possono affrontare. Tra i più interessanti sotto un profilo storico, paesaggistico, di beni artistici e culturali ci sono le zone messapiche. I Messapi furono un'antica popolazione illirica, che risale all’VIII secolo a.c., stanziatasi nella Messapia, ovvero nella “terra tra i due mari" (questo con grande probabilità il signficato del nome che fu dato al territorio dagli storici greci). Queste zone si trovano tra la Murgia e al Salento.
Lasciandosi così il mare alle spalle e puntando il navigatore verso nord si arriva a Muro Leccese, ottimo punto d’approdo e di partenza per scoprire l’entroterra salentino. Due chiese barocche si fronteggiano sui due lati opposti, ma non siamo in piazza Navona, bensì nella particolare piazza di questo splendido borgo di 4mila abitanti, che è stato uno dei più importanti centri messapici. Questa Località, che si trova nella parte centro-meridionale del Salento, a 16 km da Otranto, può offrire anche fuori stagione un soggiorno alternativo, sulle tracce della storia e della tradizione. La visita può iniziare dal piccolo ma prezioso Museo Diffuso Borgo Terra. Da poco presenta un nuovo allestimento, un traguardo importante che svela “i segreti della città messapica”. L’esposizione permanente collocata al piano inferiore del Palazzo del Principe va ad ampliare il Museo, nato nel 2004 e unico museo salentino dedicato al periodo Medievale. “Uno dei pezzi più importanti del Museo – spiega l'archeologo Francesco Meo -  è il cratere del VI secolo a. C., l’unico intero in tutta la Messapia, è un vaso di prestigio completamente ricomposto, che testimonia la presenza dell’aristocrazia nella Muro del VI secolo testimonianza del valore politico ed economico della classe gentilizia in quel periodo”. Un altro ritrovamento di grande interesse, testimonianza dell’intensità dei contatti dei gruppi gentilizi muresi con le città della Magna Grecia in età arcaica, è una casa nobiliare tardo arcaica dove sono state rinvenute 10 monete d’argento della fine del VI secolo a.C. Due gli elementi che caratterizzano l’allestimento della sezione messapica: ogni pannello esplicativo è scritto in due lingue italiano ed inglese, ed è dotato di un book in braille a cui si affianca un percorso tattile per non vedenti e ipovedenti.

Dopo la visita del Museo è consigliabile un percorso di trekking per visitare il territorio e godere delle testimonianze storiche (tra le organizzazioni da segnalare DieNneAvventura). Interessante è percorrere una breve porzione di mura messapiche, Muro Leccese deve probabilmente a loro il nome, ne sono visibili per una lunghezza di quasi 1 chilometro nelle campagne ad est del centro moderno. Sono conservate per un'altezza di 3-5 filari, corrispondenti a 2-3 metri. Il corso del tempo e il riutilizzo dei grandi blocchi squadrati in edifici medievali hanno ridotto sensibilmente l'altezza originaria che, come a Egnazia, doveva essere di 7 metri circa. Camminando si incontrano poi i menhir, i monumenti megalitici più significativi, che fin da tempi molto remoti hanno sicuramente avuto funzione rituale e grazie alla cristianizzazione sono rimasti intatti. Passando dalle testimonianze storiche alle tradizioni culinarie, a Muro Leccese c'è un appuntamento imperdibile ed è quello con la festa de “lu Porcu meu”, che si svolge da trentacinque anni la terza domenica di ottobre. Dedicata a una delle carni più gustose, il maiale, nonostante gli anni trascorsi conserva la sua essenza di divertimento, condivisione e ospitalità, antichi valori tramandati dalla civiltà messapica. L'incontrano con i sapori della gastronomia autunnale prevede il tradizionale bollito, la carne alla griglia, la porchetta e altre prelibatezze. E' poi imperdibile la storica “Cuccagna de lu Porcu meu”, un rito che si ripete nel tempo, e che ha saputo conquistare anche i più giovani.

Una vera chicca non trascurabile e che aiuta a comprendere il profilo storico e religioso di Muro, è la chiesa del convento dei Domenicani. I frati furono chiamati dal Principe Giovan Battista I Protonobilissimo nel 1562 e presero possesso del sontuoso convento. Successivamente la moglie del Principe fece costruire la monumentale chiesa che ancora ammiriamo. Chiesa e Convento sono stati restaurati nel 1996 per ospitare la riunione del Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura dell'Unione Europea, tenutasi nell'ambito dei Semestre italiano di Presidenza. San Domenico, convento e chiesa, è la sintesi dell'egemonia dell'arte rinascimentale nel Salento. "Muro ha la capacità di racchiudere in pochi passi bellezza, tradizione, arte e storia, basta camminare per il centro per godere di tutto ciò - sottolinea il sindaco Antonio Lorenzo Donno - ma la cosa che più lo caratterizza è che ha una comunità che non si accontenta, che preserva e cura le sue ricchezze ed è sempre attiva per innovarsi nell'offerta e soddisfare anche il turista più esigente durante tutto l'anno". In effetti, non mancano ristoranti di alto livello, come Nonna Rosa in piazza del Popolo, dove lo chef Daniele Chiri propone pesce freschissimo preparato con maestria. Cucina tradizionale di alta qualità anche al Messapi di Luigi Pedio. Mentre sulle colline delle ninfee e dei fanciulli, poco distanti da Giuggianello sul monte di San Giovanni, merita una sosta il Fòllaro, ristorante che lavora a Km0 e propone piatti squisiti tra tradizione e innovazione. Ricca anche l'offerta di resort e bad and brekfast. Tra i tanti fatevi viziare dalla colazione unica, dolce e salata, proposta da Enrico e Annamaria tra le mura antiche di Palazzo Muro Leccese.