4 dicembre 2018 - 10:28

Riforma dell’Eurozona, prima intesa Ma nulla di fatto su bilancio comune e disoccupazione

Approvato il rafforzamento del fondo salva stati e il paracadute per le banche

di R. Eco.

Riforma dell’Eurozona, prima intesa Ma nulla di fatto su bilancio comune e disoccupazione
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Rete di sicurezza per il Fondo di risoluzione unico delle banche in crisi, accesso facilitato alle linee di credito precauzionali del fondo salva-Stati Esm e maggiore cooperazione tra Esm e Commissione: sono questi i tre punti principali dell’accordo raggiunto questa mattina all’alba, dopo oltre 15 ore di negoziati, dell’Eurogruppo sulla riforma della zona euro. Ma i ministri delle Finanze non sono riusciti a trovare un’intesa sul bilancio autonomo della zona euro, una delle principali proposte che Francia e Germania avevano messo sul tavolo per rafforzare l’unione economica e monetaria. Niente accordo nemmeno sul meccanismo europeo di garanzia dei depositi che, secondo diversi la Commissione e la Banca centrale europea, costituisce un passo essenziale per il completamento dell’unione bancaria. L’intesa raggiunta all’Eurogruppo ora dovrà essere confermata dai capi di Stato e di governo della zona euro in un Eurosummit il 13 e 14 dicembre.

Il ruolo dell’Esm

«Abbiamo concordato di accrescere il ruolo dell’Esm (European Stability Mechanism) per rafforzare ulteriormente la prevenzione e le capacità di risoluzione delle crisi dell’area euro», ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, in una conferenza stampa. Secondo l’intesa raggiunta, il fondo Esm fungerà da «backstop» (rete di sicurezza) per il Fondo di risoluzione unico delle banche, nel caso in cui le risorse a disposizione non siano sufficienti. Il «backstop» sarà introdotto prima della data originariamente prevista del 2024, a condizione che siano realizzati progressi sufficienti in termini di riduzione dei rischi bancari (in particolare i crediti deteriorati) entro il 2020. L’Esm interverrà anticipando le risorse al Fondo di risoluzione unico, che poi dovrà rimborsarle al fondo salva-Stati attraverso i contributi delle banche.

Linee di credito

Il secondo pilatro della riforma concordata all’Eurogruppo riguarda le linee di credito precauzionali del fondo Esm, il cui accesso sarà facilitato per gli Stati membri che si trovano temporaneamente in difficoltà sui mercati, a condizione che rispettino le regole del Patto di Stabilità e Crescita. Al contempo, i ministri dell’Eurogruppo hanno introdotto una serie di misure per accelerare e facilitare la ristrutturazione del debito dei paesi in difficoltà, in caso di richiesta di aiuti al fondo salva-Stati Esm. Il documento prevede l’introduzione di «single limb Cacs», cioè clausole di azione collettiva senza quorum per ogni singolo titolo con il coinvolgimento obbligatorio di tutti gli investitori. Inoltre, il fondo Esm avrà il compito di realizzare l’analisi di sostenibilità del debito dei paesi in difficoltà. Il terzo pilastro dell’intesa riguarda la cooperazione tra fondo Esm e Commissione, definendo i ruoli delle due istituzioni nei programmi di assistenza finanziaria e nel monitoraggio degli Stati membri.

Nulla di fatto su bilancio comune (per ora)

L’Eurogruppo non è però riuscito a trovare un’intesa su alcune delle proposte più ambiziose per completare l’architettura dell’unione economica e monetaria. Sul bilancio autonomo della zona euro, che secondo Francia e Germania avrebbe dovuto permettere di finanziare la competitività e la convergenza dei paesi in ritardo di crescita, l’opposizione della Lega Anseatica (un’alleanza di paesi dal Benelux al baltico guidati dall’Olanda) ha impedito di raggiungere un accordo. Nel corso della notte il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, avrebbe minacciato più volte di abbandonare i negoziati, ma senza riuscire a convincere il fronte dei paesi contrari. L’Eurogruppo ha comunque deciso che, se ci sarà il via libera dei capi di Stato e di governo all’Eurosummit di dicembre, proseguiranno le discussioni sulla creazione di un bilancio autonomo della zona euro. Quanto a possibili funzioni di stabilizzazione, compreso un meccanismo di assicurazione contro la disoccupazione, non è stato raggiunto un accordo, ma le discussioni dovrebbero proseguire a livello tecnico.

Rimandati anche i depositi

L’Eurogruppo non ha trovato un’intesa nemmeno sull’avvio di negoziati politici sul meccanismo europeo di garanzia dei depositi, rinviando possibili passi avanti al giugno 2019, dopo la creazione di un gruppo di alto livello per lavorare sulla questione. I ministri delle Finanze hanno promesso di continuare a lavorare anche sulla modifica del trattato Esm.

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