3 dicembre 2018 - 17:58

Bimba tetraplegica, minacce di morte a una delle ginecologhe. La famiglia: «Ci dissociamo, no alla violenza»

Senza fine la drammatica vicenda della piccola Eleonora, nata cieca e nel 2008 a causa di un errore in sala parto. Dopo lo scontro con le assicurazioni per il mancato risarcimento, ora le intimidazioni a una delle due dottoresse condannate. Messa sotto vigilanza

di Antonio Andreotti

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La piccolina abbracciata dal Papa
La piccolina abbracciata dal Papa

ROVIGO Polemiche, veleni, accuse, mancati pagamenti. E ora minacce di morte. Quella della piccola Eleonora, bimba nata tetraplegica il 3 dicembre 2008 a causa di un errore durante il parto commesso da due ginecologhe (perché tale è stato riconosciuto dai giudici), assume sempre di più i contorni di un dramma infinito. Due gli ultimi capitoli: uno è quello che riguarda i mancati risarcimenti da parte delle assicurazioni, l’altro è quello delle minacce di morte ad una delle due ginecologhe coinvolte.

L’imposizione

Partiamo dal primo punto. L’istituto di vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) ha dato torto a AmTrust Europe Limited e Lloyd’s sul mancato pagamento del 5,1 milioni di risarcimento danni alla bambina nata cieca e tetraplegica all’ospedale di Rovigo il 3 dicembre 2008. Le assicurazioni avevano deciso infatti di rimborsare solo parte della cifra: cioè 3,3 milioni anziché 5,1. Dopo il reclamo del legale della famiglia (con tanto di interrogazione parlamentare), Mario Cicchetti, Ivass ha deciso che «non sussistono motivi per non procedere con immediatezza al pagamento della somma quantificata dal Tribunale e che ogni differimento del pagamento o tentativo di riduzione della somma quantificata dal giudice, oltre a rappresentare una indebita inottemperanza alla sentenza, si porrebbe in contrasto con i principi di correttezza e buona fede nella esecuzione del contratto di assicurazione». L’Ivass ha poi sottoposto la questione anche al Prudential Regulation Authority Bank of England e alla Financial Conduct Authority di Londra, dato che le due compagnie assicurative hanno sede in Inghilterra.

Le minacce

Il secondo capitolo è invece quello delle minacce. Perché dopo il servizio della scorsa settimana che la trasmissione di Mediaset Le Iene ha dedicato alla vicenda, una delle due ginecologhe coinvolte, cioè Cristina Dibello, è stata vittima di pesanti minacce di morte, tanto che la Prefettura ha deciso di aumentarle la vigilanza. Sul caso sono intervenuti i genitori della piccola Eleonora, Benedetta Carminati e Davide Gavazzeni: «Prendiamo atto di quanto apparso in relazione alle presunte minacce di morte e di incendio dell’abitazione ricevute sui social dalla dott.ssa Cristina Dibello — scrivono i due in una nota — a seguito dei noti processi e condanniamo, nella maniera più ferma, tali inaccettabili atteggiamenti. Ci teniamo sinceramente a ribadire che noi siamo alla ricerca della giustizia e non di una vendetta».

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