Non c’è il taglio delle pensioni d’oro, nel pacchetto di emendamenti alla manovra depositato in commissione alla Camera. Non ci sono le norme sul reddito di cittadinanza e il superamento della legge Fornero. e c’è l’ottimismo di Luigi Di Maio e Matteo Salvini: «Conte sta illustrando all’Europa le potenzialità dell’ampia agenda di riforme che riporterà il Paese a crescere, evitando il rischio di una terza recessione e aprendo all’Italia una prospettiva futura migliore». Questa la dichiarazione congiunta dei vicepremier. «Le nostre misure rimettono in moto l’occupazione e la produttività, tendendo la mano a chi è rimasto indietro in questi anni di crisi, dando respiro ai consumi e guardando agli investimenti come trampolino fondamentale per la crescita nel lungo periodo».

Le proposte di modifica sono in tutto 54: 15 del governo e 39 dei relatori. Tra le norme attese c’erano anche il pacchetto per la famiglia, che non risulta tra le modifiche, e il taglio delle pensioni sopra i 90 mila euro che però secondo fonti M5s sarà introdotto con un emendamento al Senato. Dalla Lega confermano che una seconda, corposa, tranche di modifiche alla legge di bilancio arriverà a Palazzo Madama.

Il taglio dell’Imu sui capannoni sale dal 20% al 40%

Lo prevede uno degli emendamenti presentati dai relatori alla manovra. La proposta di modifica prevede l’introduzione dell’art. 4-bis, secondo cui “l’imposta municipale propria relativa agli immobili strumentali è deducibile ai fini della determinazione del reddito di impresa e del reddito derivante dall’esercizio di arti e professioni nella misura del 40%”. La misura costa 290,3 milioni nel 2020 e circa 166,9 dal 2021. Le risorse proverranno dal Fondo per l’attuazione del programma di Governo, previsto nell’art.55 della legge di Bilancio.

Sanità, più fondi per il taglio delle liste attesa

Più fondi per ridurre le liste d’attesa delle prestazioni sanitarie. Un emendamento dei relatori alla legge di bilancio prevede che le risorse passino da 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 a 150 milioni per il 2019, 100 milioni per il 2020 e 100 milioni per il 2021. Per coprire la misura viene ridotto lo stanziamento del Fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali previsto in manovra.

Un milione per la cura di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson

Arriva anche un milione l’anno per la all’European brain research instituite da destinare alla cura di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson.

Trenta milioni l’anno al Cnr

Trenta milioni l’anno dal 2019 al 2028 per il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e tre nuove assunzioni all’Accademia della Crusca. Sono le misure previste da due emendamenti dei relatori alla legge di bilancio. Lo stanziamento per il Cnr viene deciso «per il perseguimento efficace delle attività istituzionali di ricerca». A sostegno della lingua italiana vengono invece autorizzate le assunzioni di personale non dirigenziale, nel 2019 e con apposito concorso, all’Accademia della Crusca.

4000 assunzioni nei centri per l’impiego

Dal 2019 le Regioni potranno assumere fino a 4000 persone da destinare ai centri per l’impiego. Lo prevede un emendamento dei relatori alla manovra. La modifica si inserisce in calce all’articolo che istituisce il fondo per il reddito di cittadinanza e costa 120 milioni nel 2019 e 160 mln dal 2020. Le risorse nei primi due anni deriveranno dal fondo da un miliardo che la manovra destina per il 2019 e il 2020 ai centri per l’impiego, mentre dal 2021 ricadranno sul fondo complessivo per il reddito di cittadinanza.

Una norma contro «furbetti» della flat tax

La flat tax al 15% alle partite Iva non viene riconosciuta alle «persone fisiche nei casi in cui l’attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro» con i quali il soggetto lavora o ha lavorato «nei due anni d’imposta precedenti». Lo prevede un emendamento dei relatori alla manovra, per evitare abusi nell’accesso al nuovo regime forfetario dei minimi per le partite Iva fino a 65mila euro. I blocco scatta anche per soggetti «direttamente o indirettamente riconducibili» al vecchio datore di lavoro.

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