2 dicembre 2018 - 07:04

Mary Barra, la regina dell’auto sfida Trump L’Economia oggi gratis

Dal 2013 è rimasta al volante, molti altri imperatori del settore sono caduti. E ora...

di Giuditta Marvelli e Massimo Gaggi

Mary Barra, la regina dell’auto sfida Trump L’Economia oggi gratis
shadow

Mary Barra è rimasta l’unica, terribile regina dell’auto globale. Quando ha raggiunto il trono di General Motors, nel 2013, nessuno avrebbe scommesso su di lei. Eppure, cinque anni dopo, altri imperatori sono caduti, Mary è ancora lì. Della sua storia e di quella dei numeri uno dell’auto travolti dal destino e dalle lotte di potere racconta L’Economia, in edicola domani con il Corriere della Sera. Lucida e spietata Barra ha annunciato 14 mila licenziamenti. Lacrime e sangue tra gli Stati Uniti e il Canada, anche se il gruppo va bene. Ma il futuro bussa già alla porta e la decisione — che ha fatto infuriare il presidente Trump — tira una riga su cinque stabilimenti di auto di piccola e media dimensione, poco richieste dal mercato americano dove la benzina costa pochissimo. In questo modo la ceo di Gm «libera» 5 miliardi di dollari da investire nell’auto elettrica e nei veicoli senza conducente. The Donald minaccia punizioni divine perché uno dei siti destinati alla chiusura è in Ohio, suo feudo elettorale. Ma ancor di più, forse, lo irrita la visione di Barra (a onor del vero lui e Mary non si sono mai tanto piaciuti) che ha ben compreso l’inevitabile centralità di Pechino nel mercato dell’auto di domani. Chi vincerà? Non chi è già uscito di pista. L’ultimo dramma, quello di Carlos Ghosn, numero uno di Nissan Renault, accusato di gravi malversazione, è ancora in corso con gravi risvolti penali.

Dall’auto alle vicende convulse della nostra economia. Ferruccio de Bortoli fa i conti in tasca all’italiano medio con lo spread a 300, a cominciare da mutui e prestiti al consumo più cari nel prossimo futuro e Btp svalutati del 10%. Ma anche i (pochi) vincitori di questa manovra, quelli che alla fine avranno il reddito di cittadinanza e la pensione a quota 100, potrebbero loro malgrado trovarsi sul carro dei perdenti, in un sistema economico che perde pericolosamente colpi. Mentre la legge di bilancio prosegue il suo faticoso iter parlamentare e i toni del dialogo tra Roma e Bruxelles si sono fatti meno accesi, industriali e piccoli imprenditori stanno organizzando una pragmatica ed inedita opposizione in nome del Pil. Il partito di chi crea lavoro chiede ascolto e garanzie, esponendo problemi concreti. Dario Gallina, industriale che guida la Confindustria di Torino, è il volto-simbolo della nostra copertina.

E ancora: la Spoon River delle Grandi Opere, ferme per la crisi dei grandi gruppi, il piano industriale della nuova Cdp e la marcia di Giuseppe Bono (Fincantieri) verso la Francia. Sul fronte bancario continua la partita per la gestione dei crediti tossici: IntesaSanpaolo ha messo fuori dal perimetro aziendale con Intrum 600 dipendenti e 10,8 miliardi di non performing loan.

I giganti tecnologici perdono qualche colpo, ma sono sempre i signori di Wall Street, con un duello all’ultimo miliardo di capitalizzazione che impegna Apple e Microsoft. L’azienda creata da Bill Gates e guidata da Satya Nadella oggi è in grado di sorpassare la Mela di Tim Cook. In Europa, intanto, fa parlare di sè Mytaxi, la app del gruppo Daimler che ha conquistato i tassisti lasciandoli liberi di restare affiliati ad altri network. In Italia hanno aderito in 4 mila. Le guerre di Uber sono finite in soffitta?

Dicembre andiamo, è tempo di pagare. Lunedì 17 scade la seconda rata di Imu e Tasi, le tasse sulla casa. Ecco la mappa delle regole e la guida al pagamento. Sarà l’ultima volta che le versiamo così? Dal 2019 potrebbero esserci nuovi meccanismi (e qualche aumento).

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT