30 novembre 2018 - 21:03

La nuova «Gomorra»: meno sangue e pistole e più giri d’affari loschi

Nel marzo 2019 su Sky Atlantic l’atteso debutto della quarta stagione della serie. Che dice addio a Ciro e Scianèl. Mentre Genny vola a Londra a fare l’«imprenditore»

di Renato Franco, inviato a Napoli

La nuova «Gomorra»: meno sangue e pistole e più giri d’affari loschi
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«La battaglia è finita». Ma le guerre sanno essere eterne. Così la quarta stagione di Gomorra ne lascia presagire una quinta. Intanto eravamo rimasti alla morte di Ciro l’Immortale — solo di nome che poi anche lui è stato fatto secco: un ultimo incontro in barca con Genny, fratello di crimine, sguardi come solo gli innamorati si sanno dare, e poi un colpo di pistola a chiudere i conti e suggellare il sacrificio d’amore. Vedi Napoli e poi muori. Genny ci riflette su e decide di volare a Londra per riciclarsi come uomo d’affari per lasciare a suo figlio Pietro un’eredità diversa da quella presa in carico da suo padre nel ramo criminalità organizzata. Ma si sa che camorra e finanza, malaffare e imprenditoria, si sono spesso incontrati sul comune terreno del dio denaro. Quindi facile che ci ricaschi.

Racconta Salvatore «Genny» Esposito: «Il crimine finanziario è più subdolo e meno evidente di quello organizzato. Non ammazza con le pistole, ma spinge comunque le persone ad ammazzarsi». La quarta serie (un progetto originale Sky prodotto da Cattleya) fa a meno di un protagonista indiscusso come il Ciro interpretato da Marco D’Amore (sarà però regista di due episodi) e di un personaggio secondario ma centrale come quello di Scianèl perché la filosofia della serie è «tutti importanti, nessuno indispensabile», come in passato era stato per lo strepitoso mistico Salvatore Conte, spietato e religioso, crudele e stoico. «Come narratrice, durante le riprese non ho mai avuto nessun rimpianto per la morte di Ciro — spiega Francesca Comencini, a cui è affidata la supervisione artistica della stagione e regista di 4 dei 12 nuovi episodi —. Una delle cose straordinarie di questo progetto è quello di non avere paura a prendersi dei rischi: Gomorra non crea personaggi immortali perché questa è la logica del sistema in cui si muovono i protagonisti». Racconta ancora: «La violenza non cambia mai, anche se assume forme diverse: quello di Gomorra è un mondo dai meccanismi spietati e rozzi allo stesso tempo. In questa stagione approfondiremo la singolarità e le contraddizioni dei protagonisti che vivono in un mondo che apparentemente non lascia spazio a singolarità e contraddizioni. La cifra in cui si muove è quella del crime, ma la precisione di psicologie e personalità sarà scavata ancora di più».

Otto mesi di riprese, vecchi e nuovi personaggi, oltre 3500 figuranti e un debutto televisivo atteso a marzo 2019 su Sky Atlantic, il successo di Gomorra si è ripetuto in 190 Paesi perché — a parlare è Salvatore Esposito — «racconta dinamiche umane e di malaffare che sono comuni a tutte le città del mondo: il male del resto è ovunque». Sul set di Napoli si gira una delle rare scene di idillio, Genny e la moglie Azzurra (l’attrice Ivana Lotito) sono su una terrazza con vista sulla città: «Quando mi hai sposato mi hai fatto il regalo più bello del mondo. Ho provato a essere l’uomo che meritavi, il padre che volevi per nostro figlio». I sentimenti sono sinceri, sul modello di uomo c’è da lavorare...

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