29 novembre 2018 - 10:52

Roma, interdittiva dell’Antimafia per società funerale-show Casamonica

Le esequie si tennero nel 2015 nella chiesa di Don Bosco, sulle note de «Il Padrino». Salvini: «La pacchia è finita e non ci fermiamo!»

di Redazione Roma

I funerali di Vittorio Casamonica nel 2015 I funerali di Vittorio Casamonica nel 2015
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«Si occuparono dei funerali show dei Casamonica, a Roma, nel 2015: ora i re delle pompe funebri partenopee - gli Eredi Cesarano - hanno ricevuto l’interdittiva antimafia». Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini all’indomani della conclusione degli abbattimenti della ville abusive al Quadraro e alla Romanina della famiglia Casamonica.

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I funerali del boss Casamonica a Roma: carrozze, banda e Rolls Royce

La carrozza e la musica de «Il Padrino»

La vicenda risale a oltre tre anni fa, quando alle esequie del 65enne Vittorio Casamonica, nella chiesa di Don Bosco, si presentò una carrozza antica decorata da fregi ornamentali e trainata da cavalli, con in sottofondo la colonna sonora del film «Il Padrino», e con petali di rose rosse lanciati da un elicottero. «A loro carico sono emersi una raffica di indizi per legami con la camorra - ha concluso Salvini -. È l’ennesimo colpo ai clan e ai loro fiancheggiatori. Grazie alle forze dell’ordine, al prefetto, agli investigatori. La pacchia è finita e non ci fermiamo!».

Zingaretti: «lo Stato quando si unisce è più forte della criminalità»

«La villa dei Casamonica che abbiamo iniziato a demolire alcuni giorni fa, è stata distrutta, non c’è più». Lo ha confermato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a margine della conferenza dei servizi al Viminale sull’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. «Ora parte subito la progettazione, il finanziamento per la costruzione del parco per i bambini e le bambine - ha sottolineato - I tempi corrono ed è molto importante che quello che avevamo promesso stia andando avanti. Lo Stato quando si unisce è molto più forte della criminalità: si è passati dalla confisca all’assegnazione e ora riprendiamo a correre affinché ciò che prima era di pochi e dei mafiosi diventa dei cittadini come bene comune con le associazioni che lo gestiranno e con i sindaci che ci stanno mettendo questa volta veramente l’anima e la faccia».

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