Esteri

Il ministro Moavero dice che Assad "può ancora essere un interlocutore in Siria"

"Ma serve una fase di pace e di democratizzazione", ha precisato il titolare della Farnesina. Rimpasto di governo a Damasco: Assad nomina ministro dell'Interno Muhammad Khalid Rahmun, l'ex capo della sicurezza politica sotto sanzioni degli Stati Uniti per l'uso di armi chimiche.  

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Il ministro degli Esteri, Enzo Maovero Milanesi, ha detto che il presidente siriano Bashar al Assad potrà "essere ancora un interlocutore" in Siria. "L'importante è che alla fase cruenta segua una fase di pace e a questa si accompagni immediatamente una democratizzazione", ha dichiarato Moavero a margine del convegno "Studiare tra le due sponde del Mediterraneo per costruire un ponte fra le culture", organizzato oggi a Roma dalla Luiss. "Anche questo è un tema che seguiamo a livello europeo e su cui ci muoviamo di concerto con i nostri partner". 

Sette anni di guerra civile, iniziata con la dura repressione governativa delle manifestazioni del 2011, hanno lasciato un paese in macerie, con almeno 400 mila morti, secondo le stime dell'Onu, 5 milioni di rifugiati e metà della popolazione siriana costretta a lasciare la propria casa. 

Molte zone del paese sono tornate sotto il controllo governativo, ma si continua a combattere nell'ultima enclave controllata dai ribelli, la provincia di Idlib. 

Intanto Assad ha ordinato un rimpasto di governo, guidato dal premier Imad Khamis, sostituendo dopo sette anni il ministro dell'Interno, e cambiando anche i titolari di altri dicasteri considerati non strategici.

In un decreto presidenziale diffuso dall'agenzia governativa Sana, si afferma che al posto del ministro Muhammad Shaar, a capo dell'Interno dal 2011, subentra Muhammad Rahmun, già ai vertici della Sicurezza politica, una delle quattro agenzie di controllo e repressione del regime di Damasco.



Il nome di Shaar è nella lista dell'Unione Europea degli individui siriani colpiti da sanzioni economiche per il loro presunto coinvolgimento nella violazione dei diritti umani in Siria. Mentre il suo successore, il generale Rahmun, è dall'anno scorso colpito da sanzioni dell'amministrazione americana per il suo presunto coinvolgimento nella violazione dei diritti dei detenuti politici nelle carceri governative.

A dicembre del 2017, il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha deciso di sottoporre a sanzioni "18 alti funzionari del regime collegati al programma di distruzione di massa della Siria", in seguito alle indagini sull'uso di armi chimiche condotte dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW).

"Nelle relazioni emesse ad agosto e ottobre 2016, il Joint Investigative Mechanism - istituito dal Consiglio di sicurezza dell'Onu per indagare sgli attacchi con armi chimiche già confermati - ha rilevato che il governo siriano, in particolare l'Aviazione araba siriana, era responsabile di tre attacchi con il gas cloro a Talmenes il 21 aprile 2014 e a Qmenas e Sarmin il 16 marzo 2015", scriveva il Tesoro Usa. 



"L'uso da parte del regime siriano di armi chimiche contro il proprio popolo è un atto nefasto che viola i trattati internazionali contro la produzione e l'uso di armi chimiche", dichiarò Adam J. Szubin, sottosegretario al terrorismo e all'intelligenza finanziaria.

"L'azione di oggi è una parte fondamentale dello sforzo della comunità internazionale per ritenere il regime siriano responsabile della violazione della Convenzione sulle armi chimiche (CWC) e della Risoluzione 2118 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite".

Tra i funzionari sottoposti a sanzioni c'era anche il nuovo ministro dell'Interno siriano, Muhammad Khalid Rahmun.