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Milano, Uniqlo e Melià in Cordusio: addio alla piazza delle banche

di Paola Dezza

(FOTOGRAMMA)

4' di lettura

Un puzzle che si compone tessera dopo tessera e che rivela il futuro volto di piazza Cordusio, un nuovo salotto per Milano, meno esclusivo di Montenapoleone ma pur sempre destinazione ambita dai turisti. Un cambiamento epocale che sta tramutando il cuore della finanza e degli affari in centro dello shopping e del tempo libero. Proprio qui sono stati firmati ben 15 contratti di nuovi affitti negli ultimi 12 mesi. E arriverà un hotel di lusso con l’insegna Meliá.

Il secondo tassello nella riconversione, dopo il debutto di Starbucks nell’ex palazzo delle Poste di proprietà di Blackstone, sarà l’arrivo del brand giapponese Uniqlo, uno dei maggiori gruppi di abbigliamento al mondo che ha fatto della semplicità e della ricerca nei tessuti tecnici la propria bandiera. Uniqlo aprirà nell’autunno 2019 nell’edificio che Hines ha acquistato da Sorgente nel 2016 per 120 milioni di euro.

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Un’apertura rinviata, dalle indiscrezioni era prevista per la primavera prossima. Nell’immobile il brand nipponico occuperà 1.500 metri quadrati (seminterrato, piano terra e primo piano). L’edificio ospiterà anche uffici nei piani dal secondo al sesto. Non solo. A fianco di Uniqlo aprirà un flagship Yamamay, mille metri quadrati (il più grande al mondo) con spazio food al primo piano dove arriverà il Panino Giusto.

L’evoluzione di Cordusio impone dunque la riqualificazione degli imponenti edifici d’epoca, quasi tutti realizzati agli inizi del Novecento, che si affacciano sulla piazza. La riconversione di molti edifici mette dunque al centro retail e shopping, archiviando un passato incentrato invece sul mondo della finanza e dei servizi. Una volta completata la riqualificazione via Dante, via Orefici e la Galleria poco lontana saranno più connessi, grande comprensorio per acquisti e tempo libero.

Sono sette, tra vecchi e nuovi, i proprietari unici dei palazzi che si affacciano direttamente sulla piazza. Alcuni dei quali stanno portando avanti un disegno per cambiare il volto della zona oggi oppressa dai fili del tram, con la pavimentazione sconnessa e un antiestetico disordine di panettoni e cartelli. L’obiettivo è quello di favorire la mobilità pedonale.È l’idea di Hines, Generali e Cattolica - le voci dicono che Blackstone si sia sfilato dal progetto - che hanno proposto un ampliamento dell’area pedonale dal lato di via Orefici fino a via Dante mantenendo solo il passaggio di tram e taxi. Un disegno che potrebbe essere realtà entro l’estate del 2020. «Stiamo discutendo del valore del progetto, tra due e quattro milioni di euro, che dovrà essere coperto da oneri e in parte da un’erogazione liberale dei soggetti coinvolti - dice Pierfrancesco Maran, assessore all’urbanistica del Comune -. Stiamo lavorando su un disegno che porti qui anche alberi». Maran aggiunge che si stanno studiando migliorie anche per via Orefici. Restano in disparte i Benetton che possiedono il palazzo all’angolo tra via Dante e via Broletto e la famiglia Luce, proprietaria del palazzo accanto a quello di Hines, dove aprirà Wind.

Davanti all’edificio di Hines si trova l’ex Palazzo delle Poste che Blackstone ha acquistato per 130 milioni di euro (in un pacchetto con altri due edifici) e dove per l’apertura di Starbucks si sono viste lunghe code , nuove per una città come Milano. Seguendo in senso antiorario il perimetro della piazza si trova il palazzo di Generali, in fase di riconversione da uffici a spazi per retail e hotel. L’albergo sarà un cinque stelle lusso del brand Meliá International, secondo indiscrezioni che circolano insistenti sul mercato. Sul retro sono previsti 3mila mq retail.

In via Orefici, nel palazzo che Hines ha comprato a suo tempo dal cavalier Del Vecchio (era la sede di Luxottica), apriranno l’headquarter di Banca Rothschild, gli uffici di Starbucks e lo studio legale K&L Gates. Negli spazi retail le vetrine di Tommy Hilfiger, Under Armour e Levis.

A occupare alcuni degli spazi di palazzo Biandrà - disegnato dall’architetto Beltrami nel 1902 e rilevato da Cattolica assicurazioni dall’allora Idea Fimit Sgr -, è arrivata dall’estate scorsa la sede milanese dei Family Banker di Banca Mediolanum. Poco più in là si erge Palazzo Broggi di proprietà di Fosun. Archiviata l’ipotesi albergo (si vociferava dell’arrivo di un hotel Waldorf Astoria), si sta studiando un nuovo concept. È questa l’ultima posizione scoperta sulla piazza per la quale si aprono vari scenari possibili, secondo le voci di mercato. Un progetto non facile per la mole dell’edificio, che con i suoi quasi 50mila metri quadrati resta di gran lunga il più grande palazzo dell’area e con i 345 milioni di euro pagati dai cinesi anche il più caro.

Entro il primo semestre 2019 Dea Capital real estate Sgr, che gestisce il fondo del quale il palazzo fa parte, dovrebbe presentare il progetto. «Un’offerta innovativa che non si sovrapporrà alle iniziative già in corso» fanno sapere dalla società.

È il tassello che manca per dare un identikit definitivo alla piazza, chiamata nella nuova versione a ricucire un’area ancora senza identità.

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